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Mio figlio con le convulsioni febbrili: le istruzioni telefoniche del pronto intervento lo hanno salvato

di mammenellarete - 08.01.2018 - Scrivici

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Fonte: Ipa
Una sera di dicembre mio figlio, di 19 mesi, era molto caldo. Era la sua prima febbre da quando è nato. In poche ore la temperatura era salita fino a 39. Dopo avergli dato la tachipirina e avergli fatto le spugnature sono iniziate le convulsioni. Uno spavento terribile. Panico. Ho chiamato il 118 e una signora del pronto intervento mi ha spiegato come agire. Così quando sono arrivati i soccorsi il peggio era passato. 

Mamme care, oggi vorrei raccontarvi cosa è successo al mio piccolo e magari potrebbe esservi utile a non trovarvi del tutto impreparate come è successo a me che mi sono sentita morire.

Il pomeriggio verso le cinque, del 17 dicembre mio figlio di 19 mesi ha avuto la febbre alta, era la prima volta da quando è nato. Purtroppo non riuscivo a trovare le supposte di tachipirina, quindi alle 18 spedisco mio marito in farmacia a comprarle, ma essendo domenica l'unica aperta era quella vicina all'ipermercato ed era l'ultima domenica prima di Natale, quindi c'era molta coda. Finalmente torna a casa alle 19.

Nel frattempo la febbre passa da 37,5 a 39: gli somministro subito la supposta, e gli applico una pezza fredda sulla fronte... lui moribondo sul divano e io lì vicino a guardarlo.

Fnché dopo mezz'ora vedo che rivolta gli occhi all'indietro e inizia ad avere le convulsioni! Inizio a urlare chiamando mio marito: panico, cosa facciamo?

Lui d'istinto lo mette sul lettone, io penso ad accendere la macchina per andare al pronto soccorso, poi no! Ci ripenso e chiamo il 118. Lui intanto continuava ad avere le convulsioni febbrili.

Al telefono, dopo avermi chiesto l'indirizzo, mi passano il pronto intervento, una signora della quale purtroppo non conosco il nome ma vorrei tanto ringraziarla perché è stata la mia, la nostra salvezza.

Ora vorrei condividere con voi cosa bisogna fare, così, se vi dovesse accadere, sarete meno nel panico. Nel nostro caso Enea faceva fatica a respirare, aveva gli occhi indietro e muoveva tutti gli arti però era rosso e labbra rosse e bavava (specifico perché più volte la signora me lo ha chiesto, domandava se era pallido e se avesse le labbra viola).

Ecco quello che l'operatrice al telefono mi ha detto di fare:
1. Spogliare il bimbo e lasciarlo solo col pannolino e metterlo di lato su una superficie piana.
2. Bagnare un asciugamano con acqua fredda e metterlo sul busto del bimbo.

Così dopo cinque secondi di asciugamano, Enea ha iniziato finalmente a piangere anche se è rimasto rigido per una buona mezz'ora, ma all'arrivo dei soccorritori con queste indicazioni e il bimbo che piangeva, si può dire che il peggio era passato per fortuna.

Ho visto il terrore nei soccorritori che sono arrivati con bombola d'ossigeno e pronti a intubarlo.

Poi in ospedale lo hanno visitato e dopo tre ore stava bene, aveva solo la febbre da abbassare.

Poi dopo una settimana di ospedale hanno scoperto che aveva la mononucleosi.

Spero non capiti a nessuno ma almeno avete idea di cosa fare in attesa dei soccorsi.

Storia di una mamma editata dalla redazione.

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