“Quando arriva daddy?”
“Dopo. Tardi. Tu starai già dormendo.”
“Uffa.”
“Dai, poi arriva il weekend. Daddy non va in ufficio. Così possiamo fare qualche cosa tutti insieme. Andiamo a fare un giro in bicicletta? O allo zoo?”
“Non lo so, mamma. Io voglio daddy adesso.”
“Anche a me manca.”
“Se non torna, io non riesco a dormire. Con daddy dobbiamo finire di leggere la storia del gatto pasticcione.”
Poco tempo fa degli amici inglesi ci hanno regalato un libro che racconta le avventure e disavventure di un gatto un po’ grassottello che non passa nel buco della porta, che si dimentica se ha già mangiato e che non si ricorda che ai cani non piacciono i gatti. Ogni sera daddy ne legge qualche pagina. Solo che a volte daddy è in videoconferenza con colleghi in America e torna a casa dall’ufficio tardi.
Questa sera è una di quelle in cui lui tornerà e nel cielo di Zurigo ci saranno già le stelle.
“Tu non puoi leggerlo, il libro, mamma.”
Come? Ora non sono più capace di leggere? Ma quell’attimo di scocciatura è solo fugace. Immagino una bambina, nel suo letto, di una casa qualunque, di un paese qualunque. Vicino a lei, il suo papà, seduto su una sedia in vimini o forse di legno, con un libro sulle ginocchia o anche senza libro, a raccontare le favole della buona notte, lette o inventate. E quasi sento risuonare la voce ininterrotta del papà che non si stanca di raccontare, mentre gli occhi della bambina combattono per restare svegli, per sentire la fine della storia, poi ancora una, e magari un’altra ancora.
“Mamma, mamma? A cosa stai pensando?”
Sobbalzo. Eccolo, lui (e l’altro figlio che già dorme), il mio presente.
“Andiamo! Stasera fai la nanna nel lettone, ti va?”
Si addormenta subito accanto a me.
Daddy lo porterà nel suo lettino più tardi, con il suo forte abbraccio.
Ieri in Italia era la festa del papà. E io me ne sono scordata. Ma mi viene data una seconda chance.
Qui in Svizzera la festa del papà è il 4 giugno.
L’ho già messo in agenda: fare gli auguri a tutti i daddy che conosci, ANCHE e SOPRATUTTO al tuo!
di Valeria Camia
Mamma di due bimbi, con un marito sempre in viaggio per lavoro, scrive delle sue avventure e disavventure giornaliere in Svizzera
http://mammaimpara.blogspot.ch