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Mamme solidali: la morte per parto

di mammenellarete - 07.07.2009 - Scrivici

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Attualmente parlare di morte per parto nei paesi sviluppati fa sempre un po’ strano, la gente non immagina nemmeno lontanamente che possa esistere ancora questo pericolo.

Purtroppo questo succede ancora e soprattutto nei paesi in via di sviluppo che registrano un’altissima percentuale di morti, il 99% delle donne in età fertile muore per cause legate alla gravidanza e l’84% avviene in Africa sub sahariana e in Sud Asia.

 

Questo perché in tali zone la discriminazione femminile è molto alta e le donne non possono decidere in merito alla propria sfera sessuale e alla vita riproduttiva, in effetti non vengono usati metodi contraccettivi adeguati e non vi è hanno accesso a strutture sanitarie che permettono loro di tenere sottocontrollo la gravidanza.

 

Subiscono violenze e sono sempre considerate ad un livello inferiore se non nullo rispetto all’uomo.
Molte donne vivono la gravidanza in stato di angoscia per via di complicazioni che si presentano durante il percorso come infezioni, emorragie, malattie, disabilità permanenti e troppe donne vivono la tristezza della perdita del proprio bambino che spesso muore non riuscendo a raggiungere nemmeno il primo anno di vita.
Non ci sono farmaci adatti per curarle, non esiste personale medico adeguato, come le ostetriche che aiutano la donna durante la gravidanza e al momento del parto e non è possibile accedere a servizi finanziari per poter informare le donne sulla propria salute e cercare di evitare alcuni errori.

 

Di parto e gravidanza muoiono oltre 10 milioni di donne all’anno ed il 90% per cento è presente proprio nei paesi del sud del mondo.
L’igiene scarseggia e questo è uno dei maggiori motivi che conducono a complicanze importanti.
In occasione del G8, il presidente della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) e delegato della FIGO (Federazione Internazionale di Ginecologia e Ostetricia) chiede ai grandi della terra di poter investire proprio in politiche di sostegno alla maternità, come apprendiamo dal sito dell’ Asca (agenzia di stampa quotidiana nazionale).

Per salvare una donna del sud del mondo ed il suo piccolo servono solo tre euro utili per visite specialistiche, per garantire un minimo di condizioni igieniche e far si che le donne siano assistite almeno da un’ostetrica ed avere il diritto di curarsi con farmaci e vivere serenamente la maternità come qualsiasi altra donna e poter decidere della propria sfera sessuale e riproduttiva.

 

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