L'indennità economica per la maternità obbligatoria di cinque mesi è pagata dall'Inps ed è pari all'80 per cento della retribuzione media giornaliera percepita nell'ultimo mese di lavoro.
All'azienda quindi rimarrebbero a carico i costi retributivi (27,33 per cento dei 23.200 euro), la perdita di investimento (10.67 per cento), i costi per le assenze non programmate (14,47 per cento), la sostituzione dell'interessata in maternità (11,79 per cento), la formazione dei sostituti (23,97 per cento) e la formazione della madre al suo rientro (11,24 per cento).
Questo smentirebbe la convinzione della stragrande maggioranza del management italiano, secondo cui la maternità sarebbe un costo insostenibile, una vera e propria "sciagura". A pensarla così sarebbe addirittura il 77 per cento dei dirigenti intervistati dalla Camera di Commercio di Milano.
Il problema, sembrerebbe di capire, è ancora tutto organizzativo e non economico. I capi d'azienda, a parole, si dicono ben contenti di affidare alle donne (acute, pronte e organizzate) ruoli manageriali, ma interrogati sulla questione maternità sono del tuto critici. Questo ha condotto a una situazione nera per le mamme lavoratrici che nel 25 per cento dei casi si ritrovano senza lavoro dopo solo il primo figlio.
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