Era la primavera del 2013 quando mi fidanzai con il mio attuale compagno: io avevo 25 anni, studentessa universitaria, e lui 26, musicista.
Lui conobbe la mia famiglia a maggio e piacque subito a tutti, ma mio padre, uomo di "vecchio stampo", mi vietò fin dal primo momento in maniera categorica di dormire con lui. Quindi noi non potevamo trascorrere le vacanze insieme o passare semplici weekend fuori come invece facevano tutti i nostri amici.
Certi del fatto che con il passare del tempo, constatando il nostro forte legame, avrebbe cambiato idea, non opponemmo mai resistenza per non peggiorare le cose.
Passarono un paio di mesi ed io sospesi la pillola per il periodo estivo su consiglio del ginecologo, il quale mi disse che avevo le ovaie addormentate e che ci avrebbero messo un bel po' a riprendere la loro attività.
Usavamo comunque il preservativo, eccetto una sera: presi dalla passione non lo utilizzammo. Lui fu attento, ma evidentemente le precauzioni non bastarono, poiché una decina di giorni dopo il rapporto "incriminato", iniziai ad avere strane sensazioni.
Dopo qualche giorno io feci il test, che risultò subito positivo... dopo soli tre mesi che eravamo insieme! Nel panico chiamai il mio ragazzo che stava tornando da un lungo viaggio di lavoro. Lui mi raggiunse subito e, vedendomi in lacrime, mi rassicurò: "Dovremo sistemare molte cose e non sarà semplice, ma una cosa è certa: questo bimbo avrà una mamma e un papà che si vogliono bene".
Sentendo queste parole, mi asciugai le lacrime e ci abbracciammo forte. Sapevo che non sarebbe stato semplice, pensai anche alla possibilità di essere mandata via da casa, ma non pensai nemmeno per un attimo all'aborto.
Quel "positivo" era mio figlio e io lo avrei tenuto con me qualsiasi cosa fosse successa. Due giorni dopo dissi tutto a casa. Mia madre non la prese bene, ma mi difese da mio padre, che accecato dall'ira mi insultò in tutte le lingue del mondo e dicendomi anche che non mi voleva più vedere.
Quella sera stessa ebbi forti dolori al basso ventre e fui ricoverata per minaccia d'aborto. Due giorni dopo mio padre venne in ospedale, pentito, e ci abbracciò. Da quel momento andò tutto bene: la gravidanza proseguì e a maggio del 2014 nacque la nostra piccola Nicole, una dolcissima furbetta che ha portato tanta gioia nelle nostre case.
Tutti la adorano, mio padre stravede per lei ed ha anche capito che non farci dormire insieme non è servito a nulla! Ho sospeso i miei studi universitari per dedicarmi completamente a lei, ma riprenderò in mano i libri e arriverò alla laurea.
La mia è la storia di una ragazza fortunata e per questo auguro ad ogni donna di avere sempre l'amore dalla propria parte, perché ogni donna ed ogni mamma lo meritano.
di mamma Lucia
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