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Mamma Simona: Quest'anno il Natale sarà diverso

di mammenellarete - 14.12.2009 - Scrivici

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… non lo diciamo tutti - tutti gli anni? La lista dei buoni propositi per il cambiamento è potenzialmente infinita, ognuno ne formula alcuni e li coltiva fermamente dentro di sé, in base alle proprie convinzioni e convenzioni. Di seguito solo alcuni esempi.

Quest’anno: 1. faremo solo regali utili (n.d.r. niente giocattoli), per dire “basta” al consumismo imperante 2. andremo alla Messa di mezzanotte, anche se fuori nevica o si rischia di spaccarsi il femore sul gelo, per sentire il vero spirito del Natale 3. non faremo cenoni, pranzoni abbuffate varie con l’unico risultato di avere la nausea e un cerchio alla testa da intossicazione alimentare per i restanti giorni festivi, nonché almeno tre chili di troppo e un umore cha fa schifo 4. non faremo l’albero di Natale, né il presepe, né adorneremo la casa con decorazioni inutili, costose e di pessimo gusto 5. Non faremo la spola fra Roma, Napoli e Vicenza per fare gli auguri, ai suoceri, ai genitori, alla zia. Li andremo a trovare quando vorremo e non quando “si deve” E così via… I veri problemi arrivano solo dopo la formulazione dei propositi che è agevole e ci fa sentire decisamente meglio - originali, spirituali, anticonformisti, risparmiatori etc. Arrivano all’atto della messa in pratica, all’incirca verso il 5 dicembre, quando i bambini (che sono i più grandi tradizionalisti che la storia conosca) cominciano a fare osservazioni del tipo: “Mamma, quest’anno ho pensato che potremo comprare delle nuove palline colorate per l’albero, così sostituiamo quelle vecchie di secoli che abbiamo”. Dove trovare il coraggio di dire a un bimbo che ci guarda con gli occhi sfolgoranti di gioia, i capelli deliziosamente scompigliati, le gote accese come da una luce interna – praticamente il ritratto di un angelo - che quest’anno non soltanto non intendiamo fare spese voluttuarie, ma nemmeno adornare la casa? Così cediamo e vediamo sgretolarsi sotto i nostri occhi il Mont Blanc di buoni propositi così accuratamente confezionato. Si fa l’albero, grande grande come tutti glianni, Babbo Natale porta qualche giocattolo (via, almeno per i più piccoli!), s’invita la zia per la Vigilia e si decide che il giorno di Natale lo si passa coi suoceri mentre Santo Stefano coi genitori, anche se per farlo bisogna affrontare viaggi attraverso l’Italia festiva con bambini al seguito.

Alla fine s’ingrassa inevitabilmente, non tanto a causa di cene e pranzi di rito, quanto per il cibo che si fagocita compulsivamente fra un pasto e l’altro col fine di placare l’ansia

Devo ammetterlo, quest’anno sono fortunata. Certo anch’io ho fatto albero e presepe che invadono più di metà del salotto, ho promesso ai suoceri che andremo a trovarli, ho spedito a Babbo Natale le lettere dei miei bimbi ricolme di tenerezza e di richieste esose. Però il la Vigilia, il giorno di Natale e quello Santo Stefano non lo passerò come al solito. Andremo tutti insieme in Tunisia Passare quei giorni in un paese islamico mi sembra un ottimo esempio di tolleranza e melting pot. Istruttivo per i bambini, stimolante – e riposante - per i genitori, con in più la speranza di sfuggire a qualche giorno di gelo e ai chili in eccesso. Sicuramente spirituale: è più facile, nei paesi poveri o in via di sviluppo, incontrare Gesù bambino.

Simona Castiglione

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