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Mamma Simona: “Mia figlia ha contratto l’adolescenza”

di mammenellarete - 22.01.2010 - Scrivici

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Alcuni giorni fa mi sono accorta, con allarme, che mia figlia Sofia, di nove anni, ha preso l’adolescenza. Mi esprimo così, come se si trattasse di un virus, perché è  proprio quello che penso. Mi rifiuto di accettare l’idea che una novenne, in età prepubere, sia entrata a pieno titolo nell’adolescenza. Così ritengo che si tratti piuttosto di un malanno passeggero o, volendo usare una metafora più teatrale, delle prove generali di ciò che avverrà in un’età  più adeguata. Ne ho parlato con le mie amiche e mi sono scoraggiata. Tante mi hanno detto: “cosa vuoi, il mondo è cambiato, l’adolescenza inizia prima e finisce sempre più tardi – se mai finisce”. Oppure: “tua figlia è una ragazzina intelligente, estremamente precoce, vuoi che non lo sia anche in questo?”.

Mi fermo a riflettere – ma in fondo loro che ne sanno? Hanno tutte figli piccoli, quando ne hanno. Io sono stata una delle prime a riprodurmi in rapporto alla mia generazione. Le loro sono osservazioni teoriche, la pratica è ben diversa.

Devo ammetterlo, i sintomi ci sono tutti e vado a elencarli:


  1. Inappetenza
  2. Bruschi sbalzi d’umore
  3. Disobbedienza sistematica e ribellione verso l’autorità (rappresentata dalla mamma e dal papà)
  4. Attenzione esagerata nei confronti del proprio aspetto fisico – “mamma, non trovi che ultimamente sia un po’ ingrassata?” (nota bene: mia figlia assomiglia più all’insetto stecco che a “Winnie the Poh”)
  5. Amore spropositato per il padre, inversamente proporzionale a quello dimostrato per la madre
  6. Un sorriso nuovo, che non le ho mai visto, quando le passa accanto un ragazzetto grazioso.

    Potrei continuare, ma questo è l’essenziale – ed è questa la chiave che apre la porta a una nuova fase della sua ancora breve vita?

    Ho qualche dubbio in proposito, corroborato dalle conversazioni che facciamo insieme.

    Non più tardi della settimana scorsa, Sofia mi dice:

    - “Mamma, posso dirti tutto quello che mi passa per la testa?”

    - “Ma certo tesoro” (non l’avessi mai detto!)

    - “E tu mi prometti che non mi rimproveri o che non ti metti a piangere?”

    - “Stai tranquilla e fidati di me. Dai, avanti, spara…”

    Sofia spara: “Ti odio”

    La pallottola penetra in profondità e si posiziona vicino al cuore. Stringo i denti per il dolore e vado avanti guardandola dritta negli occhi.

    - “Perché?”

    - “Mi sento trascurata, mamma. Non capisco perché hai voluto a tutti i costi farmi un fratellino. Così adesso devi occuparti sempre di lui e a me non ci pensi”

    Una dolce anestesia permea gli organi interni – se è una crisi acuta di gelosia non può essere già la temuta adolescenza.

    Comincio a spiegarle che le attenzioni che rivolgo a lei sono nella stessa quantità di quelle rivolte al fratello, ma non della stessa qualità.
    Con lei vado a fare shopping, a lei regalo libri interessanti, le faccio ripetere le lezioni di storia e d’italiano (per la matematica c’è il papà), la porto a ginnastica artistica e poi ammiro i suoi miglioramenti, con lei dipingo (Sofia ha un talento innato per le arti figurative) e parlo di questioni anche importanti che suo fratello, di soli tre anni, non può capire.

    Sofia annuisce poco convinta. Ho ancora una freccia al mio arco.

    - “E poi se mi odi, sono contenta, perché vuol dire anche che mi ami

    - “Non capisco, cosa vuoi dire?”

    - “Se non mi amassi, ti sarei indifferente. L’amore e l’odio, invece, vanno insieme a braccetto”

    - “Quindi non sono cattiva se provo queste cose”

    - “Non lo sei per niente, sei assolutamente normale, è successo anche a me … poi passa”

    - “Adesso sento che ti voglio un po’ più di bene”

    Con mio sommo stupore, ce l’ho fatta a reggere la conversazione e alla fine l’ho portata dalla mia parte.

    Sarebbe stato così semplice con un’adolescente vera? Ne dubito profondamente.

    E poi non sono pronta, ho quarant’anni troppo ben portati, dentro di me risuonano ancora i pianti e le risate di Simona bambina, le ribellioni dolorose e distruttive di Simona adolescente. Ho ancora tante cose da risolvere, mi devo preparare.

    Ne avrò il tempo?

    P.S.: questo post non è solo un post, è anche una richiesta d’aiuto rivolta a tutte le mamme e i papà che si trovano in una situazione analoga: scrivetemi, ditemi come affrontate le novità belle e brutte che la crescita di un figlio comporta, e se anche voi avete constatato – come affermano le mie amiche – che i bambini di oggi passano più in fretta dall’infanzia all’adolescenza. Parliamone insieme!

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