Ma torniamo al mio "neonato": che il titolo non inganni, non è un testo che parla d’amore o di giardinaggio.
Narra quello che può succedere nella mente di uomini e donne che, a un certo punto della loro esistenza, s’imbattono nella malattia. Le rose sono le anomale "fioriture" del cervello umano, con tanto di spine.
Sono undici racconti, ognuno dei quali incentrato su un personaggio che subisce una diagnosi severa di patologia neurologica o neuropsichiatrica. E deve fare i conti con un futuro che si preannuncia molto complesso e con un passato che non sempre è stato lineare, gratificante, gravido di opportunità e foriero di momenti luminosi. Una domanda non espressa è sempre presente negli animi di ciascuno di loro: "E adesso?".
Attorno ai miei personaggi, gravita il microcosmo degli affetti familiari: le madri, i padri, i figli, le mogli, i mariti, gli amori. Ognuno di loro reagisce come può alle novità poco desiderabili che la malattia introduce nell’esistenza di coloro che amano. A volte queste reazioni producono effetti devastanti.
Lo premetto: non è un libro compassionevole o lacrimoso, è acre, amaro, indaga aspetti dolorosi dell’esistere senza pietà, ma con pietas.
Lo prometto: non è una lettura difficile, è agile e scorrevole (è breve), a volte divertente, condita di vernacolo e di umorismo.
I protagonisti dei miei racconti sono sempre in grado di aprire, alla fine dei conti, quella che Niestzche chiama "una finestra assolata di felicità".
Risorse impreviste si mobilitano per restituire al "paziente" il proprio status di "essere umano". Tutti, uomini, donne, giovani e anziani combattono, oltre ogni patologia, per una degna qualità della propria vita.
Adesso un invito per chi vuole conoscere me e "La mente e le rose", e vive a Roma: il 12 marzo, alle ore 18, lo presenterò presso la libreria Feltrinelli di Piazza Colonna, assieme alla scrittrice Giuseppina Torregrossa.
Ci saranno altre presentazioni, in altre città. Appena saprò date e luoghi con certezza lo renderò noto sulla mia rubrica.
A presto, dunque, cari amici di "Mamme nella rete", con la speranza di conoscerci vis a vis.
Simona Castiglione