Ma chi è papà Germano?
I bambini sciamavano nel cortile, dopo la scuola, urlando “tuo padre è un deficiente”.
Adele, di ritorno dal lavoro, si forzava di ignorarli mentre cercava le chiavi per aprire il portone di casa.
Intanto, Mariella invecchiava non bene né serenamente. Aveva tanti problemi di salute e alla fine, per un’operazione sbagliata, perse la vista da un occhio mentre già dall’altro non vedeva quasi niente.
Accentuò il suo carattere da segno di fuoco e divenne nervosa e intrattabile, se la prendeva con tutti per un nonnulla, ma il suo obiettivo preferito era il marito. A volte scoppiava a piangere disperata perché si sentiva vecchia e finita, poi all’improvviso, come per uno scatto da bestia, si metteva a urlare contro Germano: “brutto demente, non mi servi a niente, non sai neanche buttare via la spazzatura, ma perché non te ne vai di casa una volta per tutte?”. Germano non se la prendeva, abbracciava Adele e Annina e diceva loro “vostra madre è una brava donna, è solo tanto sfortunata”.
Adele si stupiva sempre del buon carattere di suo padre: voleva bene a tutti, non si arrabbiava mai, non serbava rancori. Forse per questo non si era mai ammalato seriamente e, tante volte nella vita, era sfuggito a una morte certa.
I genitori di Germano, che di questo strano primogenito si vergognavano non poco, lo spinsero, sin da giovanissimo, a imboccare un’improbabile carriera militare. Andò a combattere durante la seconda guerra mondiale e come non fosse morto lo sa solo iddio. Finita la guerra, il padre lo mandò nella legione straniera, e anche da lì Germano tornò, dopo due anni, forse dimagrito e stanco, ma vivo e vispo come un grillo.
Alla fine della sua vita da soldato riuscì a sistemarsi alla Croce Rossa, grazie alle conoscenze paterne. Non era un vero e proprio impiegato, che non si poteva impiegarlo in niente e non aveva stipendio, ma stava lì a mangiare e a dormire ed era comunque ben disposto e sorridente verso tutti.
Fu in quel periodo che conobbe Mariella, se ne innamorò perdutamente, nonostante lei avesse già una figlia, e fu felice come non mai quando lei accettò di sposarlo.
Galante ed elegante, faceva la sua bella figura quando andava a trovarla a casa dei suoi datori di lavoro. Mariella sapeva di non poterlo amare, ma non si trovava nelle condizioni di rifiutare un qualsiasi pretendente, soprattutto se rampollo di una famiglia con qualche grado di nobiltà. Famiglia che, appena il primogenito prese moglie, scomparve volentieri e per sempre dalle scene della sua vita.
Così Germano mise da parte la divisa e si adattò a fare lo spazzino, per mantenere moglie e figlie dignitosamente. Questo finché lo stato non gli riconobbe ciò che era evidente a tutti da sempre: il suo ritardo mentale, e gli concesse la pensione d’invalido civile.
Adele non ha nessuna vergogna di quel papà ritardato, che è morto col sorriso sulla faccia, mentre lei gli teneva la mano, pochi anni dopo la morte della moglie. Anzi ne parla volentieri quando le chiedono dei suoi genitori. Una sera è andata al cinema con la sorella Anna che nel frattempo si è sposata e divorziata e risposata ancora: hanno visto Forrest Gump e hanno pianto tutte e due come bambine.
Adele è orgogliosa di papà Germano, lo porta sempre con sé nel cuore, ed è convinta che lui veda ancora ciò che le succede, attraverso di lei coi suoi occhi magici.
Simona Castiglione
Storie senza fine
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