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Mamma a 19 anni: galeotto fu Facebook...

di mammenellarete - 06.08.2015 - Scrivici

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Fonte: Alamy.com
La mia storia d'amore nacque inaspettatamente ai tempi in cui frequentavo ancora la scuola e grazie a Facebook. Scoprii poco dopo tempo di essere rimasta incinta. Avevo solo 19 anni, eppure portai avanti la mia gravidanza tra mille difficoltà e ostacoli. Oggi posso dire di essere felice: la mia bambina è davvero splendida e con il mio lui va tutto alla perfezione.

La mia storia d'amore iniziò il 1° gennaio del 2012, quando cominciai a mandare messaggi Facebook a un ragazzo.

 

Non sapevo come mai avessi la sua amicizia. Lo conoscevo tramite un mio vecchio compagno di classe, che era fidanzato con la mia migliore amica. Questo ragazzo era il suo fratello maggiore. Un giorno entrai in Facebook, lui era in linea e ci scambiammo gli auguri di buon anno.

 

I giorni passarono e i messaggi si fecero più intensi, finché non ci incontrammo. La mia migliore amica mi costrinse ad andare con lei a trovare il suo ragazzo senza sapere che ci sarebbe stato anche il fratello. Da quel momento, dopo conversazioni scherzi e flirt, mi chiese di andare ad una festa. Io accettai, ero obbligata! Dopo iniziò a chiedermi di uscire e io accettai, finché non giunse il primo bacio inaspettato.

 

Sembravamo una coppia, ma io non ne ero davvero sicura, poiché non c'era stata nessuna "richiesta". Avevo 18 anni ed ero appena uscita da una storia di 2 anni e mezzo. Non avevo proprio intenzione di fidanzarmi, o almeno non con 3 mesi di distanza, ma lui era dolce, premuroso, gentile, bello. Decisi perciò di accettare la proposta finalmente arrivata.

 

Tutto sembrava andare bene. Lui iniziò ad affezionarsi sempre di più a me, come anche io a lui. Purtroppo iniziò ad essere anche opprimente, in più la distanza ci metteva anche in difficoltà, visto che lui lavorava, mentre io andavo a scuola ed ero costretta ad andare da lui nel pomeriggio, se volevamo vederci.

 

Dovetti così subire un po' di stress e durante i litigi gli feci capire che stava andando tutto storto e che io ero stufa della situazione. Ma lui non cambiò, finché non arrivò il giorno della mia operazione. Dovevo infatti essere operata all'appendicite. Sapevo che lui non sarebbe venuto e che mi avrebbe detto: "Troppo lontano, non so la strada!"

 

Ma chi vuole può e lui non volle. Venne invece, inaspettatamente, a trovarmi il mio ex. Quella visita inaspettata mi fece apparentemente capire molte cose. E decisi di lasciare l'altro, che insisteva dicendo di voler stare con me.

 

Nonostante lo avessi lasciato, lui iniziò a mancarmi molto. Per questo motivo il giorno dopo decisi di mandargli un messaggio, che fu senza risposta. Pensai che fosse arrabbiato e decisi di lasciargli tempo! Dopo quattro giorni gli riscrissi, ricevendo una sua risposta sarcastica e lasciai nuovamente perdere fino ad un suo messaggio dopo altri quattro giorni. Mi chiedeva un appuntamento per il giorno dopo.

 

Quando lo vidi capii quanto in realtà lo amavo. Non volevo lasciarlo più. Ma lo sbaglio fatto in precedenza dovetti pagarlo "a caro prezzo", anche se continuavamo a vederci e facevamo tutto quello che una coppia fa. Nel frattempo arrivò Natale.

 

Ebbi un ritardo. Io non avevo mai avuto un ritardo, ma per paura decidemmo di aspettare a fare il test. Temevamo un risultato positivo. Dopo tre settimane, proprio nel giorno del nostro anniversario, scoprimmo che il test era positivo. Io provai un tripudio di emozioni forti, ma ero soprattutto emozionata all'idea di diventare mamma.

 

L'avevo sempre desiderato, ma avevo una paura enorme poiché stavo ancora finendo la scuola e mi mancava l'ultimo anno. Inoltre lui aveva tante spese da affrontare. Decisi di dirlo a mia madre per telefono, essendo lontana da me per lavoro. Lui non mi fece neanche finire la frase, lo disse lui a mia mamma.

 

Io scoppiai a piangere per paura di averla delusa. Invece lei fu contentissima, al contrario dei genitori di lui, che gli dissero: "Qualsiasi decisione prenderai, noi ti appoggeremo!" Sapevo cosa intendevano e subito gli risposi che non avrei abortito: io sono contro l'aborto.

 

Dissi chiaramente: "Niente ma... con o contro io terrò il bambino!" I genitori di lui accettarono senza fiatare.

Da quel momento però iniziarono i problemi: andai via da casa, perché non potevo abitare con mia sorella che mi assillava per ogni cosa arrivando anche alle mani. Andai da mia zia: nello stesso mese morì la nonna di lui e un mese dopo ci appoggiamo da sua zia per farle compagnia. Ma dormivamo soltanto lì, non potevamo stare di più...

 

La mattina andavo a casa di mia suocera e la sera tornavo a casa della zia per dormire. Era uno stress. In più faceva caldo e la pancia cresceva sempre più, per non parlare del pelo del gatto della zia sul letto, in stanza, per tutta la casa!

 

Finalmente la nostra casa fu pronta. Mancavano solo i mobili... perciò decisi di chiedere a mia suocera se poteva aiutarmi con gli elettrodomestici. Chiesi infatti a mia suocera di darmi una mano a sceglierli, ma non volle.

 

Per fortuna mia madre prese qualche giorno di ferie per aiutarci! I giorni passarono e il momento del parto si avvicinava sempre più. Ormai la casa era quasi pronta. La convivenza andava benissimo: il corredino era pronto e mancava solo lei, la nostra principessa.

 

Un giorno, dopo aver pulito casa, iniziai a sentire la pancia dura e a percepire lievi dolori. Gli dissi: "Amore, sarà il momento, andiamo!" Fui ricoverata e mi tennero per tre giorni in ospedale: nel frattempo tanti bimbi nascevano e la mia piccola non ancora!

 

Fu un falso allarme, perciò tornai a casa. Il giorno dopo decisi di fare nuovamente le pulizie fino alla sera! E sentii la pancia di nuovo "dura", la piccola non stava ferma un attimo ed ebbi anche i dolorini, ma restai a casa.

 

Alle 11 ero beatamente sul divano con mio marito, quando un dolore alle parti intime mi bloccò mentre mi giravo verso di lui. Le acque si erano rotte! Gli dissi: "Amore, si sono rotte le acque!"

 

"Cosa stai dicendo? Davvero? Andiamo!" Lui era euforico, io bloccata. Corremmo in ospedale e questa volta era quella giusta. Alle 12.30 iniziarono le contrazioni, ma io ero solo a 2 centimetri di dilatazione. Alle 3.30, dopo aver mandato via il mio lui con mia suocera e mio cognato, i dottori mi portarono in sala parto.

 

Alle 4 della mattina, dopo quattro spinte, nacque la mia splendida Aurora: 2 kg e 800 gr per 46 centimetri di puro amore! La vita con lei è davvero splendida! E con il mio lui va tutto alla perfezione!

 

di mamma Rita

 

(storia arrivata all'e-mail di Nostrofiglio.it)

 

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