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Mamma a 18 anni: "volevano che io abortissi, ma oggi hanno tutti cambiato idea"

di mammenellarete - 16.12.2014 - Scrivici

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Sono rimasta incinta giovanissima. A soli  18 anni. I parenti di lui volevano che io abortissi. Nonostante le difficoltà che ho dovuto affrontare, la paura che non fosse sano e i contrasti a causa della mia giovane età, ho partorito un meraviglioso bambino. Abbiamo tenuto duro e oggi sono tutti felici. Vi racconto nei dettagli la nostra meravigliosa storia d'amore e tenacia.

Era il mese di luglio del 2013. Conobbi un ragazzo della mia comitiva. Fin da subito ci fu intesa tra noi, così iniziammo a frequentarci. In seguito nacque l'amore.

Dopo tre mesi decidemmo di partire per Londra in cerca di un po' di fortuna. Alloggiammo a casa di due nostri cari amici che erano già lì da un anno. Fu così che trovammo davvero la fortuna. Sì, perché proprio lì, precisamente il 5 dicembre, scoprimmo che io ero incinta.

Con tanta paura, ma anche con tanta gioia, perché desideravamo un bambino con tutto il cuore, chiamammo mia madre per darle la notizia. Lei all'inizio non la prese tanto bene, perché all'epoca avevo soltanto 18 anni, ma poi pian piano ne fu felice, esattamente come noi!

La famiglia di mio marito invece no. Continuavano a chiamarci al telefono e a minacciarci, dicendoci che dovevo abortire e che io ero una poco di buono. Per fortuna dalla nostra parte avevamo sua sorella, che mi è rimasta vicina fino all'ultimo!

Il 30 dicembre tornammo in Italia e il 14 gennaio sentii per la prima volta il suo cuoricino battere. Che emozione! Subito la mia ginecologa mi consigliò una TN, una translucenza nucale. Io ero già fuori dai tempi massimi, ma comunque riuscii a prenotare.

Dopo l'ecografia iniziò il mio piccolo e breve incubo. Il dottore mi disse che dagli esami non si notava l'osso del setto nasale e questo "difetto" era presente nei bambini affetti da trisomia 21.

Inoltre, mi disse di ritornare il lunedì successivo per un'altra ecografia e per ritirare le analisi del sangue. Fu la settimana più brutta della mia vita. Io pregavo e piangevo ogni secondo. Avevo molta paura. Avevo solo 18 anni e non sapevo cosa pensare. Mi chiusi in me stessa.

Mio marito e mia cognata erano ottimisti al riguardo e mi dicevano di stare calma, poiché tutto si sarebbe risolto per il meglio.

Per fortuna andai in clinica il lunedì successivo ed ebbi una notizia stupenda.

Mi dissero che il setto nasale era comparso e che, anche per la mia giovane età e in base ai risultati del mio sangue, il mio piccolo era sanissimo: aveva avuto solo un piccolo ritardo nella calcificazione dell'osso.

Che gioia provai! La gravidanza procedette benissimo, certo tra nausee e vomiti, ma andava tutto per il meglio e il mio piccolo cresceva sempre di più. La data prevista per il parto era il 29 luglio. Passavano i giorni, aumentavano i tracciati e il piccolo non voleva nascere, così fissarono un parto indotto per l'11 agosto. Ma la notte del 10 agosto il mio desiderio si avverò.

A mezzanotte e 30 del 10 agosto ero a letto. Mi alzai di scatto e corsi in bagno. Scoprii che mi si erano rotte le acque, svegliai mio marito e di corsa scappammo in ospedale. Al mio arrivo mi aspettavano mia mamma e mia cognata.

Fui ricoverata all'una e 30. Avevo già rotto completamente le acque ed ero dilatata di di due centimetri. Alle 3 e 45 chiesi un'epidurale, che mi venne fatta subito. Entrai in sala parto: lì per fortuna a stringermi la mano c'era mio marito. Alle sette ero completamente dilatata: iniziai così a spingere, ma ero troppo stanca. Dopo un'ora di spinte mi aiutarono con una ventosa.

Alle 08.07 nacque il nostro piccolo Alessandro. L'amore di mamma e di papà. Non ci pentiamo di nulla: adesso io ho 18 anni, lui ne ha 24 e siamo una famiglia felice. E tutti amano il piccolino, anche chi in passato aveva detto che devo abortirlo.

di mamma Francesca

(storia arrivata sulla nostra pagina Facebook, editata dalla redazione)

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Aggiornato il 20.09.2017

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