"Quando mi sono fidanzata con LUI, ero giovanissima. Ma dentro mi sentivo già una donna. Grande, matura, 'formata' rispetto alla mia vera età. Sembravo una ragazza a tutti gli effetti, nonostante fossi una ragazzina. Avevo appena 13 anni.
E LUI. Lui... beh. C'è una parola sola per descriverlo. BELLISSIMO. Lo conoscevo perché è il figlio di un'amica d'infanzia di mio padre. Io ne ero innamorata ma c'era un grandissimo ostacolo: la sua età. Lui era molto più grande di me. Praticamente un uomo. Aveva 26 anni.
Ma scusate, non mi sono ancora presentata. Sono Anna Dipace, vivo a Taranto e sono una felice mamma e nonna di... 33 anni! Quando mia nipote è nata, io avevo 30 anni. E mio figlio ne aveva 15. La stessa età che avevo io quando l'ho partorito...
Questa è la mia storia, questa sono io.
Quando mi sono fidanzata con il padre di mio figlio Antonio, avevo appena 13 anni. E lui ne aveva il doppio di me. Io sono figlia unica e mio padre è sempre stato molto protettivo nei miei confronti. Già dall'inizio della nostra relazione, non vedeva di buon occhio che noi uscissimo insieme. Era molto geloso. Si fidava soltanto perché LUI era figlio di una sua carissima amica. E quindi... ci permise di stare insieme. "Se sono rose, fioriranno". Questo mi diceva. Ancora me lo ricordo... Non se lo aspettava proprio che potessi rimanere incinta... che colpo deve essere stato per lui quando lo ha saputo! Ma andiamo con ordine.
Ho scoperto di essere incinta a 15 anni. Andavo a scuola, frequentavo la seconda media. Avevo un ritardo e non sapevo bene che cosa fare. Il dubbio si stava pian piano insinuando nella mia testa. Il dubbio che dentro di me, stesse crescendo un piccolo dono. Il nostro dono d'amore.
Non sapendo bene che cosa fare, mi confidai con mia cugina più grande.
.. lei almeno era maggiorenne! Avrebbe potuto aiutarmi. Fece tutto lei. Consegnò il test delle urine, delle MIE urine, per sapere se davvero ero incinta (a quei tempi, si usava così infatti...).
Fu LUI ad andare a ritirare gli esiti. E mi diede la notizia all'uscita da scuola. Era il 13 aprile 1996. E quel giorno, io scoprii di essere incinta di ben TRE MESI "senza saperlo".
Svenni a scuola. Letteralmente. Caddi per terra come un sasso di patate. E a mia mamma a quel punto venne il dubbio che io potessi essere incinta. Mi chiese proprio direttamente, senza filtri: "Anna, hai il ciclo?". Io mentii... :"Certo mamma! Chiaro che ce l'ho...".
Il giorno dopo, il 14 aprile, giorno del compleanno del mio fidanzato, la fuga. O meglio, la "FUITINA" :-). Io e il mio fidanzato scappammo insieme. Il nostro nido d'amore? Casa sua! Con la mamma di lui, nonché amica (ricordate?) di mio padre.
Io avevo paura della reazione che avrebbe potuto avere mio padre. Non avevo il coraggio di parlargli. Fu quindi lei a prendere l'iniziativa. Mia "suocera" andrò da mio padre e gli parlò.
"Non aspettare tua figlia a casa questa sera. E' da me. Tua figlia è incinta". Che colpo! Era fuori di sé. Voleva mandarmi in istituto, pensava che io fossi troppo piccola per diventare mamma.
Fu mia mamma a venire in mio aiuto. Lo convinse. E gli fece cambiare idea. Mio padre alla fine accettò la gravidanza. Non finirò mai di ringraziare mia mamma per questo.
La gravidanza andò bene. A scuola avevo sempre sonno, ma non mi sentivo né osservata né a disagio. Ho avuto la fortuna di rimanere incinta nello stesso periodo di una mia amica, avevamo solo un mese di differenza. E... abbiamo fatto comunella. E' diventata una cara amica e confidente. Ancora adesso, quando ci incontriamo, ricordiamo con un sorriso i momenti in cui andavamo a scuola ondeggiando con il pancione.
Il tempo passava. Il mio bimbo cresceva. Arrivò il 14 ottobre 1996. Che data! Una data che rimarrà per sempre marchiata a fuoco nel mio cuore. Quel giorno, in quel tiepido giorno di autunno, io, a 15 anni, diventai mamma. Nacque il mio piccolo Antonio. La metà del mio cuore. L'amore della mia vita. Che giornata indimenticabile...
Il tempo trascorse e io e il mio compagno ci lasciammo. Stavamo insieme da cinque anni, ma la nostra storia ormai era giunta al termine. Antonio era ancora piccolino, non aveva neppure un anno. 8 mesi. Uno scricciolo insomma. LUI uscì dalla nostra vita e le nostre strade si separarono. Non era infatti semplice stare insieme con così tanti anni di differenza. Soprattutto con mio padre di mezzo, che non aveva mai accettato al 100% il fatto che io stessi insieme a lui. Neanche dormivamo insieme. Eravamo troppo piccoli.
E così, chiusa una porta... si aprì un portone. Ho avuto modo di incontrare, conoscere e amare il mio attuale marito e padre dei miei figli. Di tutti i miei figli. Perché anche Antonio lo chiama e lo ha sempre chiamato papà. Per lui è lui il suo padre. Quello che con lui ha giocato, lo ha cresciuto, ha vissuto davvero. E il suo padre biologico è uscito dalla sua vita per sempre. Non ha avuto più contatti con noi.
Con il mio attuale marito, il mio Amore con la A maiuscola, ho avuto altre due bimbe. I miei tesori che oggi hanno 12 e 7 anni.
Ma torniamo ad Antonio e alla sua storia d'amore. La storia incredibile che mi ha fatto diventare nonna giovanissima, a 30 anni.
Era il 2010. Mio padre aveva una brutta malattia, un tumore. E noi per seguirlo, per curarlo, ci siamo spostati tutti a Brescia.
Proprio a Brescia, uscendo con i suoi cuginetti, mio figlio Antonio ha conosciuto Eleonora, la sua attuale (futura) moglie.
Il mio tesoro si era innamorato....
A quei tempi lui aveva appena 14 anni. Lei era un po' più grande, 15 anni. Anche tra di loro c'era un ostacolo che sembrava immenso. La lontananza... Come vivere una storia d'amore alla loro età con 800 km di mezzo?
Eleonora per amore è venuta a Taranto a vivere con noi. E noi, per un anno, l'abbiamo "adottata" nella nostra famiglia. Non è stato molto facile con la famiglia di lei. Non credevano molto nel loro amore. Ma quando io li vedevo insieme... il cuore mi batteva forte. Si vedeva quanto si amavano. Si vede quanto grande è il loro sentimento.
E poi... quel giorno. Noi tutti insieme intorno al tavolo. Io stavo fumando e... lei... lei guardava la sigaretta. All'improvviso, vomitò.
Erano 3 mesi che non aveva il ciclo (e la cosa mi sembrava familiare...). Il test di gravidanza (questa volta, test da supermercato!) ERA INCINTA! Non vi dico la felicità tra di noi! Eravamo tutti contentissimi!
Sono stata io ad alzare la cornetta e a parlare con la madre di Eleonora. "Io sono contro l'aborto e non lo faccio". Queste, le parole testuali che continuava a ripetere Eleonora...
La gravidanza di mia nuora non è stata semplice. Ha avuto delle minacce d'aborto ed è tornata a Brescia dalla sua famiglia per farsi seguire. E lì è stata vittima di stupidi pregiudizi e male parole della gente. Anche i parenti non capivano la situazione.
23 settembre 2012. Un'altra data scolpita nel mio cuore. La data di nascita della mia dolcissima Amy, la mia nipote adorata, nata a Brescia alle 3 di notte.
E mio figlio, il mio Antonio, papà quindicenne, è entrato in sala parto insieme al suo amore, alla sua Eleonora. Erano gli unici giovanissimi in ospedale quella notte. Giovani e innamorati come non mai.
Che cosa significa diventare nonna a 30 anni? Per me è stato come "diventare mamma per la prima volta".
Eh sì. Perché la prima volta avevo solo 15 anni e non ho potuto assaporare al 100% il vero significato della parola. A 30... è un'altra cosa. E' bellissimo.
E' un sogno sentire la sua vocina quanto mi dice: "Ciao Nonnanno".
Quando mi guarda.
Quando mi abbraccia...
Oggi mio figlio Antonio vive e lavora a Brescia. Insieme alla sua Eleonora. E a Amy, che ha da poco compiuto due anni.
Io vivo a Taranto insieme a mio marito e alle altre due mie figlie, diventate zie giovanissime, a 10 e a 7 anni. E il papà di Eleonora ha "vinto" un primato: è finito sul giornale di Brescia per essere diventato il nonno più giovane d'Italia a 34 anni.
Che altro dire? Una vita ricca di amore ed emozioni. Non potrei essere più felice.
(storia raccolta e scritta da Luisa Perego)
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Aggiornato il 18.09.2018