Home Storie Racconti di genitori

Luca, per fortuna sei ancora vivo

di mammenellarete - 03.03.2017 - Scrivici

adolescente.600
Fonte: Pixabay
Maledetta malinconia che se ti prende a diciassette anni e poi non ti molla, diventa grande, più grande di te. Luca, nessuno era lì a dirti  che poi passa, magari tirando un calcio ad un pallone. E invece...

Dove è finito Luca?
Io l’avevo conosciuto un giorno, in classe, aveva gli occhi grandi, allungati, ardenti, lo sguardo leale, limpido come l’acqua di un ruscello di montagna, lui scherzava sempre con i compagni, specialmente quando commentava il suo Milan, la squadra del cuore e con la mano si toccava sempre il petto.
Aveva un sorriso che allargava la bocca di tutti quelli che gli stavano vicino.


“Scandaloso, è stato un goal scandaloso” e poi giù le risate, gli insulti, i commenti su quel maledetto rigore che non c’era ma che poi è stato. Pazienza Luca. Il rigore e lo stop un giorno lo hanno fatto anche a te. Ma non è stato sul campo, è stato un amico sbagliato. Si fa tanto per dire, perché gli amici, se sono amici non sono mai sbagliati …
Una patatina e poi sempre il gelato, quello al gusto di stracciatella, con i pezzetti di cioccolato che ti si incastrano fra i denti.


Luca forse è stato per uno di quei maledetti giorni di pioggia, di quelli con l’aria grigia che ti soffoca come il fumo sputato da un tubo di scappamento, forse no.


O forse è stata quella ragazza che non ci stava… o quel vento ribelle che ti soffia in faccia…maledetta malinconia che se ti prende a diciassette anni e poi non ti molla, diventa grande, più grande di te. Ma nessuno era lì a dirti che poi passa, magari tirando un calcio ad un pallone.


Luca tu eri spesso da solo il pomeriggio, solo perché ti piaceva, solo perché avevi paura dei confronti.


Luca ma poi la solitudine diventa come una mitraglia che trapana il cervello, è quasi come una guerra, e i sentimenti veri nascono con gli sguardi, con il contatto, con il profumo dei corpi e con l’energia delle mani e delle parole.


Luca se solo lo avessi saputo, se solo mi avessero avvisato io sono sicuro che mi sarei avvicinato di più al tuo banco vecchio e scarabocchiato per parlare di calcio o di quella ragazza che non si era innamorata di te, anche se sono solo la tua professoressa di italiano.


Ed invece un giorno hai esagerato con con il vino e per un coma etilico sei finito sbattuto in una corsia di ospedale, rannicchiato in un letto anonimo.

Luca per fortuna sei ancora vivo.


Luca non mollare adesso, lotta come quando sei nella curva e ti si accendono gli occhi per una palla in rete.


E gli amici ti hanno cercato in strada, e l'amore lo troverai quando meno te lo aspetti.
Ma quello è Luca? ….
Ciao Luca!

Ciao prof! Domani torno a scuola!
Che bello è stato rivederti oggi nel bar vicino alla scuola!

di Barbara di Castri

(storia arrivata come messaggio privato alla pagina facebook di nostrofiglio)

Leggi anche: a 13 anni il primo viaggio studio e adolescenza, un viaggio tra mamma e figlia

TI POTREBBE INTERESSARE