Sono Daniela, mamma di Alessia, Francesco, Leonardo e Lorenzo. A gennaio abbiamo ricevuto una delle conferme più destabilizzanti della nostra vita.
Ma partiamo dal principio. Leonardo è sempre stato un bimbo tranquillo e riservato e quando al nido ho iniziato a condividere con le maestre i miei dubbi su un suo ritardo del linguaggio mi sono sentita un po' stupida. Ma sapevo che qualcosa non andava.
Allora ci siamo rivolti privatamente a una neuropsichiatra infantile che, per quasi due anni, ci ha tranquillizzato dicendo di attendere. A gennaio abbiamo chiesto un nuovo consulto e dopo solo mezz'ora di osservazione ci ha proposto di sottoporre Leo ad ulteriori test "per valutare delle ipotesi diagnostiche".
Con la mia solita schiettezza le ho chiesto se poteva essere una "lieve forma di autismo" (stesso interrogativo che avevo posto alla precedente professionista che aveva risposto in maniera negativa). Siamo usciti dall'incontro atterriti e in lacrime.
La risposta era stata ovviamente SI'. Da due mesi siamo in un vortice di emozioni, interrogativi, dubbi per il futuro (perché i bambini autistici hanno diritto ad un futuro!), cerchiamo di conciliare lavoro, logopedia, psicomotricità, visite varie, domande all'Asl, all'Inps, con la nostra mega-famiglia.
Però ammetto che ci sentiamo soli, impreparati e inadeguati ad affrontare tutto ciò.
Spero che presto ci vengano suggeriti gli strumenti utili per orientarci in questo nuovo mondo in cui il nostro straordinario Leo ci ha introdotto.
di Daniela
(storia arrivata come messaggio privato all'indirizzo di redazione)
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