Come dire, come spiegare… un senso di maternità mai sopito, il desiderio di aiutare un’amica in difficoltà che ti chiede consiglio, l’angoscia che ti lascia una triste notizia di cronaca?
Ognuno di noi può farlo nel modo che più gli è congeniale e il mio, di getto, è stato scrivere le emozioni che queste tre situazioni, insieme, hanno fatto nascere.
Avrei potuto scrivere: “...hanno fatto scaturire “ o “...hanno risvegliato“. Invece no, ho scritto “nascere” il che denota come io sia intrisa di maternità fino al midollo. Ero materna fin da piccola con la mia bambola.
Ho sempre voluto fare la mamma fin da che mi ricordi in un periodo storico in cui la lotta per emancipazione femminile era ovunque e la maternità non più il primo obiettivo della vita di una donna.
Attenzione, per quanto sia già nonna, non parlo del periodo delle suffragette, ma degli anni ’70! Ho voluto, e avuto, tre figli perché desideravo una casa piena di bimbi, perché mi è piaciuto molto essere incinta, partorire e allattare.
Esperienze bellissime perché sono stata molto fortunata in tutte e tre e questo devo dirlo con onestà. Tutto il mio essere, tutte le sensazioni provate nelle mie esperienze di maternità, un giorno sono uscite dall’angolo dei ricordi della mente grazie a un’amica che al suo rientro a casa dopo il parto mi ha chiesto aiuto.
Non l’ha fatto con le parole, ma con gli sguardi persi, con l’ansia dei silenzi, le azioni incerte. E poi, poi quasi nei medesimi giorni, “quella brutta notizia” sui giornali. L’immagine di quella donna mi era chiara nella mente.
Quella disperazione mi colpiva. Se io che sono stata tanto fortunata da aver avuto solo qualche giorno di pianto dopo i parti provassi a scrivere un libricino da tenere sul comodino che possa essere come un “ciuccio” per mamme prima di dormire?
di Elisabetta Nobili Senitkar
Sull'autrice
Elisabetta è autrice del libro "Lettera a una mamma appena nata". Lei stessa scrive: "Preparto e puerperio sono due momenti particolari nella vita di una donna; sono un guado cruciale. La mamma appena nata spesso è incerta; può non riconoscersi nella nuova veste, sentirsi sola, essere schiacciata dalle ansie, dai sensi di inadeguatezza e di colpa; annaspa alla ricerca di un nuovo equilibrio, indispensabile a lei e al suo bambino; non riesce a dedicarsi a se stessa, a imporsi soste, ad ascoltarsi, ad amarsi e capirsi.
Nonostante le innumerevoli possibilità d'informazione che oggi abbiamo, quando noi donne ci ritroviamo a diventare mamme all'improvviso spesso ci accorgiamo che, in questo passaggio tanto cruciale della nostra vita, manchi qualcosa che ci consenta di stare bene. Quello che manca, per esperienza vissuta, è l’abitudine al silenzio e all'ascolto dell'istinto che tutte noi abbiamo dentro, ma che da sole non sempre riusciamo a scoprire. Questa mia lettera è una mano tesa a tutte le neomamme che in queste pagine potranno trovare empatia, complicità, condivisione di emozioni, comprensione, conforto, rassicurazione".
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