Ogni tanto mi fermo e penso a come crescerai.
Domani a quest ora sarai da questa parte, ti potrò vedere.
Non sono spaventato, sono curioso, incredibilmente curioso.
Curioso di sapere che faccia avrai, che capelli, che occhi ma, soprattutto, curioso di sapere cosa penserai, quale sarà il tuo colore preferito?
Il tuo piatto preferito?
Cosa preferirai, il mare o la montagna? (spero la montagna, io odio il mare).
Sono curioso di vederti prendere il latte, di cambiarti il pannolino mentre tu ridi perchè non lo so fare.
E poi di vederti gattonare per casa, tirando giù gli oggetti che trovi sul tuo cammino.
Quando dirai la prima parola, cosa dirai? Papà, mamma?
Io vorrei che tu dicessi una parola strana, quindi starò tutto il giorno a sussurrarti all'orecchio: "saggina…", per poter dire agli amici: "Sai che la prima parola di mia figlia è stata saggina?"
Fino a che un giorno, tutta da sola, prenderai la forza e ti alzerai, guardando il mondo da un altro punto di vista, e farai quel primo passo.
E poi un passo e poi un altro, fino a che non girerai da sola.
E parlerai, ah se parlerai.
Mi chiederai come funzionano le cose, mi dirai i tuoi sogni e mi racconterai le tue emozioni.
Poi ci saranno i perchè.
La mia fortuna è che tu sei nata nell'epoca di internet, quindi, quando chiederai, saprò risponderti, connessione permettendo. Anche se alla fine scoprirai che puoi risponderti da sola, che non hai bisogno di un papà, che il tuo uomo è un altro, che ti riempirà il cuore fino a spezzartelo.
E io sarò lì, con la scopa (di saggina) e la colla, per rimettere insieme i pezzi di una vita che ormai sta andando sempre più lontano.
Passo dopo passo.
Fino a vederti un puntino lontano, con un altro uomo che, incredibilmente, assomiglia a me, ma con molti meno anni (e decisamente molto meno bello!), mano nella mano, con un pancione grosso come quello di mamma adesso.
E amerai un figlio, come noi abbiamo amato te, e lì capirai cosa è stato averti e farti percorrere la tua strada.
Così, ti girerai e ci guarderai, specchiandoti in noi, mentre tuo figlio fa il primo passo.
Così come io sto facendo ora, guardando mio padre lontano.
Buona vita amore mio, per tutta la vita.
Il tuo papà
Di Patrizio Cossa
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Sull'autore
C'è un posto strano, ai bordi della città. Un posto che apre solo dopo una certa ora, di notte, quando tutto dorme e non si sentono più le urla e i pianti. Un Bar abitato da creature mitologiche che si aggirano distratte e stanche tra il bancone e i tavoli. Questo però non è un bar qualunque. E' un bar dove i papà possono stare senza fretta. E' un bar dove i papà cambiano i figli senza problemi. E' un bar dove non siamo mammi ma semplicemente papà. Benvenuti al bar papà.
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