Voglio abitare a Parigi! Tutto sua mamma, quando dice questa cosa. Un week end a Parigi gli è bastato per innamorarsi perdutamente della mia città preferita. Ha guardato tutte le guglie e le statue di Notre Dame come se volesse dar vita ai gargoyle, uno per uno; ha giocato sulle sponde della Senna con la stessa familiarità del parco sotto casa; si è paralizzato davanti alla Tour Eiffel; il suo mezzo di trasporto preferito è diventato il BateauBus. E ora si fa parlare in francese per imparare (non lascia andar via la tata se prima non le urlato “Bonne nuit!!!” dalle scale).
Pesce e riso bianco. Ha iniziato a ordinare da solo al ristorante giapponese quando aveva un paio di anni. Ora però, l’ultima volta che ci siamo stati, si è spazzolato metà del nostro sashimi e tutto il sunomono del papà. Ci sta bene. A quest’età i bambini dovrebbero mangiare pasta al pomodoro, quando vanno in giro
Me ne dai un pezzetto? Sempre in tema di cibo, è uno sperimentatore. Impazzisce per la salsiccia piccante e i formaggi stagionati, ruba le cipolle, i pomodori, i cetrioli e i peperoni mentre prepariamo le insalate. Non c’è salsa che non assaggi, non c’è cibo di qualunque foggia e odore di cui non pretenda di provare anche il sapore. A proposito della pasta al pomodoro.
Mi piacciono le cose antiche, moltissimo! A passeggio per Firenze si innamora del Duomo, guarda una per una le statue di Piazza della Signoria e vuole sapere tutto del Ponte Vecchio. Poi si mette a piangere perché non facciamo in tempo ad andare a Piazzale Michelangelo.
Finalmente è arrivato il quadro Toda joia toda beleza! Anche in fatto di arte e design, il piccoletto dice la sua. Questo sì, questo no. Quello no è quello dell’Ikea, quello sì è quello dell’artista quotato. Così come preferisce di gran lunga l’armadietto e la cassettiera di Kartell alla libreria Ivar, tutti oggetti che stazionano nella sua stanza.
Che bel vestito! Gabriele si ferma a guardare tutte le vetrine. Un giorno mi stavo provando un abitino di maglia che mi piaceva molto, e lui si è infilato con me nel camerino di prova. Mi vesto e gli chiedo: “Ti piace?”, e lui: “Il vestito sì, però ti fa cicciona. Si vede la pancia”. Ecco.
Ecco con chi ho a che fare quotidianamente. Altro che bambino perfetto. Di solito lo trovo divertente, a volte, se mi fermo a pensare, un po’ inquietante. E non oso pensare a come tutto ciò si evolverà.