Ciao mi chiamo Manuela e sono mamma di due splendidi bambini: Edoardo 8 anni e Raffaele 6 anni. La nostra avventura in Svizzera è iniziata 2 anni fa. Io e mio marito siamo sposati da 13 anni e per 11 anni lui ha fatto il frontaliere. Per il suo lavoro precedente lo mandavano sempre in trasferta a Zurigo, così dopo qualche anno provò a chiedere il trasferimento, ma purtroppo l'azienda rifiutò.
Allora provò a cercare lavoro lì tramite le sue conoscenze, ma non andò. Il problema era sempre lo stesso: il tedesco. Lui parlava bene l'inglese, ma il tedesco lo conosceva troppo poco per il mondo del lavoro. Per questo motivo lo scartavano. Ma proprio quando pensavamo di non poter realizzare il nostro desiderio... ecco che il destino ci mise lo zampino.
Durante una vacanza in montagna mio marito fu contattato da un head hunter per una multinazionale che cercava una persona col suo profilo per un posto a Zurigo. Dopo una settimana di colloqui telefonici, ebbe due incontri col futuro datore di lavoro che si conclusero con un nuovo contratto.
A gennaio 2014 si trasferì presso un amico per poter iniziare il nuovo lavoro, intanto io ero in Italia con i bambini. Fu un periodo duro. Io da sola senza aiuti (tranne quello di una ragazza che mi aiutava tutte le sere coi bambini mentre portavo fuori il cane) a badare a tutto e lui che tornava il venerdì sera e ripartiva la domenica pomeriggio. Finalmente dopo i tre mesi di prova l'azienda gli confermò il contratto e così decidemmo di trasferirci.
Cercammo un appartamento in città, ma i prezzi erano molto alti, trovammo però un appartamento molto carino in un paesino a 10 minuti di treno dalla città. Per nostra fortuna il paese era ben servito e l'appartamento vicinissimo alla scuola e all'asilo. Mio marito dovette far da solo l'iscrizione alla scuola e all'asilo, dovette partecipare alle riunioni di presentazione delle maestre e preparare tutto per il nostro arrivo.
Da parte mia invece dovetti annunciare che i bambini si sarebbero trasferiti all'estero e preparare tutto per il trasloco. A luglio 2014 ci trasferimmo tutti e iniziò ufficialmente la nostra avventura. Non fu facile. Io e i bambini non capivamo il tedesco e dovevamo abituarci a un nuovo stile di vita. Qui i bambini sono incoraggiati ad essere indipendenti fin da piccoli, i genitori sono visti come un impiccio in alcuni casi, e per noi questo era difficile.
Torniamo però a noi. Quando arrivammo il mio primo figlio aveva 7 anni e dovette rifare la prima elementare perché qui iniziano un anno dopo, mentre il secondo doveva fare un altro anno d'asilo. Per fortuna la scuola in Svizzera è ben organizzata e li ha integrati subito. Sono abituati ad avere molti stranieri e perciò gli edifici scolastici garantiscono il corso di tedesco ai non madre lingua. Per Edo rifare la prima fu un vantaggio. Dovette concentrarsi principalmente sulla lingua, tutto il resto lo sapeva già.
Anche per Raffaele continuare l'asilo fu un vantaggio perché restio com'è ai cambiamenti, poteva così prepararsi lentamente alla scuola e studiare con calma il tedesco. In Svizzera i bambini sono molto felici e rilassati. Ogni 2 mesi circa hanno 10 giorni di vacanza, durante il periodo di vacanza non ci sono i compiti, fanno molto sport e l'insegnamento è molto dinamico.
I compiti non durano più di 10 minuti, sono sempre all'aperto e i bambini dell'asilo sono tutte le settimane nel bosco con qualsiasi tempo. E sorprenderà sapere che si ammalano molto meno. Io invece mi sono iscritta al "Caffè internazionale". E' un gruppo di insegnanti in pensione che insegna tedesco alle mamme straniere. Ci si ritrova ogni 2 settimane e studiamo, leggiamo, cantiamo e cerchiamo di scambiarci le ricette traducendole in tedesco. Tutto questo al costo di un caffè.
Grazie a questo ho conosciuto delle persone fantastiche. Ci sono mamme: polacche, cambogiane, libanesi, greche, rumene, russe, messicane.
.. insomma ho a che fare con tutto il mondo restando in paese. Tutte casalinghe come me perché per lavorare ci vuole il tedesco e se non lo sai è difficile trovarlo. La fortuna è che essendo tutte nella stessa barca ci si aiuta a vicenda. La vita qui è cara, ma per fortuna ci si aiuta molto.
C'è molta solidarietà tra gli italiani all'estero. Concludendo: dopo quasi due anni posso dire di tirare finalmente un sospiro di sollievo. L'inizio è stato difficile, le difficoltà soprattutto linguistiche si sono viste, ma adesso stiamo bene e siamo felici. Trasferirci ci ha permesso di ritrovare la serenità e l'unità familiare che ci è mancata per lungo tempo, i bambini stanno crescendo in un ambiente molto stimolante per loro e sono felici e questo ci dona la carica quando ci sentiamo giù.
di Manuela
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