Tutto ebbe inizio nel 2013 quando ero sicura di aver incontrato l'uomo giusto, quello che ti completa, l'amore della vita...
Era un ragazzo piuttosto affidabile, sapeva ascoltare, dare consigli, sempre presente. L'amavo con tutta me stessa.
A febbraio del 2014 mi saltò il ciclo. Feci il test e risultò positivo, in quel momento avevo paura ma ero felice, era un miscuglio di sentimenti. Lui felicissimo sempre presente e cortese: mi diceva che il lavoro scarseggiava ma nonostante questo saremmo stati una coppia perfetta.
Avevo paura di cosa pensassero i miei perché lui era senza lavoro e non riusciva a trovare niente, tranne qualche lavoretto occasionale; così decidemmo di non dire niente a nessuno fino a quando lui non non avesse trovato qualcosa.
Passarono ben sei mesi, facevo visite di nascosto, prelievi ecc ecc...
Finché mi disse di aver trovato lavoro e il 24 luglio gli chiesi di dirlo alle nostre famiglie.
Vi giuro non l'avrei mai fatto per tutto quello che mi è successo dopo...
Mia mamma si arrabbiò perché non glielo avevo detto subito. Volle incontrare mia suocera. Il giorno seguente mia suocera venne a casa tutta presuntuosa dicendomi che suo figlio non lavorava e che io lo sapevo.
Poi mi disse che avrei potuto lavorare io e lui rimanere a casa con la bambina.
In quel momento incredula rimasi in silenzio, lui zitto immobile non mi difendeva.
Decidemmo comunque di sposarci e in un altro incontro con i nostri genitori sua madre, oltre a insultarmi dicendomi che facevo schifo e che sarebbe successo qualcosa alla bambina, mi disse anche che il figlio non lavorava, che mi aveva mentito e che io avevo gli occhi bendati, e che quindi non ci saremmo potuti permettere una casa.
Il ragazzo che descriveva lei non era quello che conoscevo io...
Ma noi andammo avanti.
Il 5 agosto facemmo la promessa di matrimonio e trovammo casa, ci saremmo dovuti sposare il 3 settembre, ero felicissima e impegnatissima tra mobili da scegliere, corredino, visite...
Mia mamma disse che ci avrebbe dato l'anticipo dell'affitto e noi avremmo pagato il resto una volta entrati in casa.
Però nonostante i miei avessero affittato la casa, ci furono discussioni anche lì con sua madre e iniziammo a litigare tramite SMS per non far sapere niente a mia mamma.
Lui si mise a dire che in casa sua non doveva venire nessuno, la bambina la dovevo curare io, offendeva i miei genitori per tutto, nonostante non avesse mai pagato una visita dal ginecologo e non avesse mai dato un euro per niente.
Il 26 agosto mi stufai perché era sempre la stessa situazione: lui non mi aiutava, non era più quello che avevo conosciuto, era un'altra persona.
Disse che mia madre doveva sbrigarsi a darci i soldi dell'affitto, quando ancora mancava un mese per pagare. Continuava a insistere così tanto che alla fine decisi di lasciarlo. Mi sentivo sola e persa...
Non riuscivo a pensare come avrei fatto a crescere una bambina da sola, come gli avrei spiegato tante cose, ma sono andata avanti.
Lui mi chiamava chiedendomi di sposarlo e dicendomi che lavorava.
Poi andavo in piazza e lo vedevo che non combinava nulla e dentro di me si attorcigliava tutto, ero sempre più nervosa e agitata con un senso di vuoto.
A questo punto iniziò a mandarmi messaggi orribili minacciandomi di togliermi la bambina o di rubarmela appena nata. Così andai dai carabinieri e lo denunciai.
Il 18 settembre, verso mezzogiorno, vidi arrivare una macchina con cinque assistenti sociali mandati da lui.
Svenni e quando mi ripresi ero tutta tremolante.
Dovetti dare un milione di spiegazioni e attestare di essere capace di intendere e volere. Lui avrebbe voluto mandare la bambina in una casa famiglia una volta nata! Per fortuna tutto si risolse nel migliore dei modi e non ebbi più nessun problema con gli assistenti sociali.
Ma lui continuò a minacciarmi di voler rubare la bambina. Andai da avvocati per informarmi. Poi dissi al mio ginecologo che dovevo partorire di nascosto sia per non fargliela riconoscere e sia per la sicurezza della bambina.
Il 24 ottobre nacque lei: Marianna, una bella bambina di 3070 kg bella, bionda e occhi azzurri. Ho partorito in segreto, nessuno lo ha saputo fin a quando non l'ho dichiarata. Appena tornata a casa ho messo la cicogna attaccata al portone e tutti in casa mia erano felicissimi.
Dopo un mese il 24 novembre, lui mi chiese di sposarlo, il 25 novembre mi arrivò la carta del suo avvocato per riconoscere la figlia. Ma il 26 novembre vidi su Facebook che lui si era fidanzato ufficialmente con un'altra ragazza.
Ci rimasi male, mi sentivo morire perché ogni volta che mi chiamava sentivo nascere una speranza, uno spiraglio che tutto sarebbe potuto cambiare, invece, no.
A dicembre del 2014 mise incinta anche l'altra ragazza, poi si sposò e ora ha una bambina di meno di un anno dalla mia, continua a non lavora e vive a casa della suocera.
Non mi ha mai chiesto come sta mia figlia né lui, né la sua famiglia, anzi se la vede per strada, si gira dall'altra parte, evitando una bambina di soli due anni che non sa niente di niente. Vi giuro quando succede mi sento male, mi chiedo come si può fare una cosa del genere.
Ho il cuore diviso in tanti piccoli frammenti se solo mi metto a pensare a come ho fatto a superare tutto questo, come spiegherò a una bambina la sua storia quanto dolore provocherà a questa piccola anima innocente, perché in tutto questo deve soffrire lei?? Tante domande che non riesco ancora a darmi una risposta e lei con i suoi occhioni azzurri quando mi vede giù di morale riesce a darmi la forza per lottare e andare avanti.
Io vivo per lei, l'amo con tutta me stessa e guai a chi la tocca.
Arriverà il momento in cui lui si troverà su un letto moribondo e pensare a tutto il male che ha fatto.
Sono una ragazza di 26 anni e quando mi dicono che io sono giovane e posso farmi un'altra vita ho paura perché oggi le persone sono malvagie, il significato di amore è cambiato.
Di mamma Antonella, editata dalla redazione
(Storia arrivata come messaggio privato sulla pagina Facebook di nostrofiglio.it. La mamma ha scelto di rimanere anonima)
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Aggiornato il 22.08.2017