E' uno spazio tutto mio, che mi permette ogni giorno di conoscere persone nuove, con le quali sono riuscita a stringere dei legami di amicizia, e non esagero; mi ha dato la possibilità di aderire a iniziative importantissime, come la campagna Nastro Rosa l'anno scorso, e i blogging day per la scuola pubblica, il gruppo #donnexdonne, e last but not least #2eurox10leggi.
MNR: Ti definiresti una mamma blogger? Se si, in quale accezione? C.: Non amo molto le "etichette" e neanche in questo caso mi definirei una mamma blogger: certo, ho aperto il blog dopo la seconda maternità e spesso i miei figli sono i protagonisti dei miei post, ma non sono solo questo, anzi a volte il blog rappresenta una via d'uscita, una valvola di sfogo, un'apertura verso altri mondi. In uno dei primi post ho scritto che avrei voluto trasmettere ai miei figli l'immagine di una mamma "che non è solo la mamma, nel senso di semprepresente-materna-comprensiva-rompicojoni-paziente, ma anche una ex-ragazza che non sapeva di avere tutta questa pazienza, che non rompeva così tanto i maroni (devo averlo ereditato), che leggeva montagne di libri, guardava film INTERI, faceva gli aperitivi e le cene con gli amici anche DOPO le 19.00, che si è innamorata perdutamente e lo è ancora dello stesso uomo". In questo senso la condivisione di progetti come donnexdonne, l'invenzione del bollino Bogo Approved Blog e il colpo di testa della "Grammatica per zotici" esulano dall'essere solo mamma e mi riportano alla me stessa di prima. Ammiro moltissimo le blogger che, pur partendo dal racconto della maternità, hanno sviluppato altri talenti, come la scrittura, o chi approfondisce temi come l'ecologia, la conciliazione, le pari opportunità, il marketing, la letteratura, il fai-da-te, l'educazione, la cucina, la sicurezza sul lavoro. Io stessa, grazie anche allo stravolgimento di vita dato dalla maternità, ho cominciato ad avvicinarmi a tematiche che sento più pressanti della triade pappa-nanna-cacca: ad esempio la sostenibilità ambientale, cui prima magari non pensavo, e che invece è diventata importante per me - quindi bando ai mille orpelli della puerpera e benvenuti pannolini lavabili, fascia per portare i bambini, riciclo dei vestitini.
.. Da qui a protestare contro l'apertura della discarica o dell'inceneritore nel mio paese il passo è stato breve. Il fatto poi di avere un figlio maschio e una figlia femmina mi porta a interrogarmi sempre più spesso sulle tematiche di genere e a chiedermi quale mondo sto preparando per le personcine che sto educando: mi piacerebbe che crescessero consapevoli sì delle loro differenze ma anche dei loro talenti e delle risorse che li accumunano - il mio obiettivo è che già in famiglia imparino a non essere discriminati e giudicati per le loro scelte (quindi ad esempio non esistono giochi e cartoni animati da maschi o da femmine, e tutti e due collaborano senza distinzioni al riordino dei giochi o dei loro vestiti).
MNR: Se dovessi descrivere il tipo di donna che non sopporti, quali aggettivi useresti? C.: Perché mi vuoi far fare la figura dell'antipatica? :-) Premetto che cerco sempre di non giudicare, ma di farmi un'idea (parac* direbbero a Roma, credo)... Non sopporto in generale le persone arroganti, chi abusa del proprio piccolo o grande potere per prevaricare sugli altri; le persone false; chi sputa sentenze preconfezionate; quelle che se la tirano; detesto chi crede di sapere tutto; infine, sommo fastidio per chi si lamenta sempre. Ovvio che non rivolgo la parola a razzisti, omofobi, evasori.
MNR: Che cosa trasmetti di Parigi ai tuoi bambini? La voglia di andarci!! Li sto indottrinando bene raccontando loro di meravigliosi viaggi con l'aereo, col treno, tutti insieme a vedere torri metalliche e chiese dalle mille campane (mio figlio ha una fissa pazzesca per le campane)... Cerco di crescere due bambini curiosi, di educarli con uno spirito libero e tollerante, vorrei trasmettere loro l'amore per la lettura, per il cinema, per l'arte: se va tutto secondo i miei piani, saranno loro a voler andare a vedere questa mitica Parigi, e nel frattempo spero di convincere mio marito a fare un luuungo week end romantico, noi due soli.
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