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Incinta nonostante la sindrome di Moschcowitz: la storia della mia malattia e della mia rinascita

di mammenellarete - 13.08.2015 - Scrivici

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Fonte: Alamy.com
Un giorno finii al pronto soccorso. Stavo malissimo. I medici mi dissero che avevo avuto una PTT (Porpora Trombotica Trombocitopenica). Mi salvarono per un pelo. Il passo successivo sarebbe stato il coma. Dopo quest'esperienza mi dissero che non potevo avere figli. Eppure io decisi di farmi seguire lo stesso da un'equipe medica, che mi aiutò a portare avanti la gravidanza  e il parto . La nascita della mia piccola Alice mi ha ridato la vita. Sono tornata a sorridere anche io, con lei.

Oggi scelgo di raccontarvi la mia storia. Vi narro, nei dettagli, il mio piccolo miracolo.

Sono una mamma di 33 anni alla sua prima esperienza. La mia piccola Alice ha 5 mesi. Inizio la mia storia tornando indietro di 5 anni.

Era una classica estate torrida milanese. Mi ero sposata da meno di un anno e lavoravo come agente immobiliare, quindi ero sempre in giro. Una sera tornai a casa distrutta e iniziai a stare male senza un apparente motivo. Avevo malesseri vari, insomma finii in pronto soccorso.

I medici non seppero riconoscere cosa mi stesse succedendo, mi fecero molte analisi ed io risultai fortemente anemica. Avevo 7 di emoglobina, 14.000 piastrine. Pensarono ad una leucemia fulminante, che esclusero dopo il mio episodio di afasia e dopo la crisi epilettica che avevo avuto tempo prima.

Mi salvò un immunologo, che sospettò e poi confermò PTT (Porpora Trombotica Trombocitopenica o sindrome di Moschcowitz). Mi salvarono per un pelo. Il passo successivo sarebbe stato il coma e se fossi arrivata qualche ora dopo sarei sicuramente morta.

Dopo 1 mese di ospedale, dopo cure molto pesanti tra cui chemioterapia, mi dimisero dicendomi che avrei avuto con il tempo una vita normale, ma che avrei potuto avere recidive, e che quindi non era il caso di avere figli nelle mie condizioni.

Più sconcertata che mai, delusa e amareggiata, andai avanti per gradi con la mia vita. Mio marito diceva che non era un dramma se non avessimo avuto figli, i miei genitori dicevano che preferivano avere una figlia viva, che non era importante per loro diventare nonni.

Però il pensiero di un figlio non mi abbandonava. Nel 2013 mi rivolsi ad un'equipe medica formata dalla mia ematologa, da una reumatologa e due ginecologhe che studiarono il mio caso con tutte le analisi fatte negli anni e i miei progressi.

Mi diedero il nulla osta per avere un figlio. Iniziai con una dieta abbastanza ferrea per rimettermi in forma e in pochi mesi persi 11 kg. Trascorsi un altro anno di tentativi, di test di gravidanza negativi e di delusioni ogni mese.

Poi il test del 29 giugno 2014: POSITIVO. Finalmente. Fui tenuta costantemente sotto controllo medico, ma nel complesso affrontai una gravidanza stupenda. E senza problemi. Senza nausee e con la mia malattia addirittura in regressione.

La mia piccola Alice è nata il giorno della festa del papà e mi ha dato la vita. E' una bimba meravigliosa e sempre sorridente. Mio marito è un papà fantastico e i miei genitori/nonni innamorati persi della loro nipotina. E io sono di nuovo felice.

di mamma Francesca

(storia arrivata alla nostra e-mail)

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Aggiornato il 30.11.2017

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