La mia storia iniziò così: incontrai il mio primo grande amore a 12 anni e trascorremmo due anni di bacini e lacrime.
Poi tutto finì chiaramente, data la giovanissima età. Dopo sette/otto anni grazie ad una mia cara amica lo incontrai nuovamente e da allora non ci lasciammo più.
Dopo circa due anni e mezzo però una notizia travolse la mia vita: quel test segnava due linee rosse e io avevo solo 23 anni, perciò mi sentii cadere il mondo addosso.
Studiavo ed ero l'ultima di casa, molto viziata e quindi non riuscivo a sentirmi pronta ad affrontare una gravidanza e poi a crescere un bambino. I miei genitori non mi condizionarono, anzi mi fecero decidere da sola e, nonostante le mie sorelle maggiori insistessero perché portassi avanti la gravidanza, da sola andai al consultorio per chiedere informazioni sull'aborto,
Il mio fidanzato non si esprimeva. L'importante per lui era la mia felicità. Ci fu un primo step di psicologi per convincermi a non farlo, perché non avevo nessun motivo per abortire. Non mi mancavano la stabilità economica e l'amore del mio fidanzato e marito di ogg. Ma nessuno riusciva a farmi desistere.
Dopo ore di macchina, passai al secondo step psicologo. Avevo nausea e vomito e... ancora nulla, ero decisa ad interrompere la gravidanza. Feci la visita di controllo con il ginecologo che mi guardava e non diceva una parola. Allora guardai lo schermo e vidi quel fagiolino e, senza rendermi conto, chiesi al medico se comunque era tutto okay. Lui mi rispose che non erano affari miei dato che lo stavo "buttando".
In silenzio andai via. Il 12 aprile era il mio turno per l'aborto. A quel punto nessuno mi diceva più nulla. Tutto era deciso. Mio marito non si esprimeva, ma era triste. Finché l'elezione del papa non provocò qualcosa in me.
Mancava pochissimo all'aborto, eppure appena pronunciarono il nome di Papa Francesco io fui tutto d'un tratto felice e... scelsi di tenerlo. Sapevo già che quel fagiolino era un maschietto.
L'uno novembre nacque il mio principe Antonio Francesco, chiamato così anche in onore a quel giorno e in ricordo di quello sguardo che non mi ha permesso di fare l'errore più grande della mia vita. Mio figlio adesso ha 4 anni e la sua sorellina è nata quattro mesi fa. Siamo felicissimi.
Avrei fatto un grande errore e me ne sarei pentita per il resto della mia vita... Eppure non ho ceduto. Non siamo noi a decidere quando arriva una creatura, tutto è deciso. Viva la vita.
di Simona
(storia arrivata per email a redazione@nostrofiglio.it)
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