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Incinta a 14 anni: ho rinunciato alla mia gioventù, ma non sono affatto pentita

di mammenellarete - 09.10.2017 - Scrivici

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Fonte: Ipa
La mia storia risale a 25 anni fa: allora avevo 14 anni e mi innamorai perdutamente di un ragazzo di sei anni più grande di me. Quando partì per il militare scopri di essere incinta. Mia madre voleva che abortissi, ma io decisi diversamente. E oggi sono una mamma di 39 anni con un figlio di 25 e altri tre bambini, avuti sempre dallo stesso padre. 

Buongiorno, ecco la mia storia che risale a 25 anni fa, quando avevo 14 anni.

All'epoca mi innamorai di un amico di famiglia che aveva sei anni in più e quindi maggiorenne.

Ero così innamorata, da non avere paura di nulla: con lui mi sentivo protetta, amata, viziata, così condividevamo tutto, anche il primo rapporto.

A 14 anni non si è tanto consapevoli dei rischi della vita.

Ma un giorno lui ricevette una lettera: doveva partire per il servizio militare.

Così decidemmo che saremmo stati sempre assieme fino al giorno della sua partenza. E dopo la scuola, con la scusa di fare i compiti a casa di una amica, andavo da lui.

Quando partì, io ero triste e iniziai a chiudermi in casa: non uscivo.

Poi iniziai a stare male, avevo strani svenimenti, nausea e mal di testa.

E mia madre mi fece notare che avevo 10 giorni di ritardo.

Ma io non capivo niente. Così mia madre parlò con la mamma di lui e io confessai a mia suocera che avevo rapporti con suo figlio.

Così lei e mia madre decisero di farmi fare il test. Risultato: ero incinta.

Alla mia età, così piccola!

Mia madre era spaventatissima per le conseguenze: che reazione avrebbe avuto mio padre? I miei fratelli (ne ho quattro)? E decise che dovevo abortire.

Parlai con il mio ragazzo, lui si prese le sue responsabilità, mi disse che insieme avremmo superato tutto e di non abortire se non avessi voluto, lui avrebbe voluto tenere il bambino.

Parlai con mia madre della mia decisione di tenerlo. Ma lei mi picchiò e mi disse di tutto: aveva solo paura delle conseguenze e aveva anche vergogna, visto che avevo 14 anni.

Poi una sera mia suocera prese l’iniziativa di parlare con mio padre.

Io giuro, avevo così paura, non perché mio padre fosse un uomo brusco, anzi è un uomo dolcissimo, ma sapevo che lo avrei deluso, lui avrebbe voluto per me una vita più semplice di quella che ha avuto lui, avrebbe desiderato che almeno mi diplomassi... e invece...

Quando mia suocera andò da lui dicendogli che doveva parlare di noi, lui si spaventò, pensava avessimo avuto un incidente.

Mia suocera lo rassicurò che stavamo bene, ma che eravamo andati oltre e che io ero incinta.

Io ero in camera e avevo sentito tutto, tremavo e volevo scappare; poi a un certo punto mio padre entò in camera, mi prese per un braccio e mi disse: "Che vuoi fare adesso? tenerlo?". Risposi: "Sì papà". Così mi abbracciò forte forte e mi disse di non preoccuparmi, che tutto sarebbe andato bene.

La gravidanza fu tranquilla, bellissima e mio figlio nacque con un parto naturale e pesava 3,800 kg; l’orgoglio del nonno, il suo primo nipote, maschio e in più con il suo stesso nome, lo rese l’uomo più felice del mondo. Infatti, oggi nonno e nipote sono una cosa sola e mio figlio con gli zii sono come fratelli, lo adorano.

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Oggi mio figlio ha 25 anni e una mamma di 39. Premetto che ancora oggi sto con il padre di mio figlio e in tutto abbiamo quattro figli.

Ero piccola ho rinunciato alla mia gioventù, ma credetemi non sono pentita: rifarei tutto e sono orgogliosa dei miei figli.

mamma Patrizia

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