Non ci siamo arresi e dentro noi abbiamo cercato e poi trovato la forza per attraversare un difficile percorso , quello della fecondazione in vitro. SU NOSTROFIGLIO.IT NEWS, INFO E APPROFONDIMENTI SULLA FERTILITA'
Dopo un anno di consulenze, dottori su dottori, cliniche, fogli da compilare, domande a cui rispondere scegliemmo una clinica all'estero. Sistemata tutta la documentazione arrivò finalmente il giorno della fecondazione. Dopo la fecondazione in vitro ho vissuto i 15 giorni più lunghi della mia vita, della nostra vita! "Signora, si riposi e stia serena, ora dobbiamo attendere".
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Ed io, e noi, abbiamo atteso. Non so spiegarvi esattamente quali sono stati i sentimenti provati in quei giorni, un misto di speranza, paura, momenti di gioia alternavano momenti di completo abbandono, non era certo che quel test di gravidanza sarebbe stato positivo e avevamo anche messo in conto la possibilità di doverci riprovare.
Ma il 26 agosto arrivò e quel test fu positivo. Fummo colti dalla gioia, una gioia che a parole non si spiega ma ogni genitore ha provato nella vita, non era sicuro che quella gravidanza sarebbe andata a buon fine, lo sapevamo, l'avevamo messo in conto e volevamo rimanere con i piedi per terra, dovevo aspettare le analisi del sangue e poi attendere i nove mesi!
Due giorni dopo le analisi confermarono la gravidanza, e la gioia fu tantissima!
Per sicurezza ripetemmo le analisi (così si deve fare dopo una fecondazione artificiale) e le beta non saliva anzi, si erano fermate. Consultai diversi medici e tutti erano concordi nel dire che la gravidanza si era interrotta, nelle ecografie si vedeva solo la sacca vuota.
Ecco, adesso i nostri sogni iniziavano a infrangersi contro la paura e lo sconforto, ci disperammo, ma dentro qualcosa mi spingeva a non abbattermi, a non mollare, non dovevo perdere le speranze.
Giorni dopo feci un'ultima visita per decidere se fare il raschiamento.
Andai dal ginecologo, mi sdraiai per fare una eco ma lui fu chiamato in un'altra stanza e mi lasciò con un'assistente che non sapeva nulla e pensava di dover fare un ecografia a una donna incinta.
Iniziò e disse: "Eccolo il vostro bimbo, volete sentire il cuore? Io guardai mio marito incredula , guardai l'assistente del dottore pensando: "ma che sta dicendo?"
Lei alzò il volume del' ecografo ed io sentii il cuore del mio bimbo.
Era mio figlio, nostro figlio, il suo cuore batteva, batteva forte ed io avevo quasi perso il respiro, non so neanche descrivere la gioia immensa che provammo. io e mio marito ci sentimmo miracolati.
Eravamo genitori, genitori si, avevamo vinto, lottato, sperato e vinto. Chiamatela fortuna, chiamatelo destino, a me piace chiamarlo miracolo.
Ora quel miracolo si chiama Elisa e ha 32 mesi.
Non smettete mai di sperare, il destino a volte rigira le carte e tu a gran voce puoi dire…Ho vinto!
(Storia di Anna scritta da Sabina B.)
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