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Il mio primo vero anno da papà single

di Francesco Facchini - 06.11.2017 - Scrivici

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Fonte: Pixabay
E' stato il mio primo vero anno da papà single dopo la crisi matrimoniale che mi ha portato alla separazione. Questa bella avventura, questo racconto di un anno, finisce qui. Ho pensato molte volte a come potevo salutare chi mi ha letto, seguito, incoraggiato, a volte contestato (grazie lo stesso, vi lovvo anche io). Lo faccio mettendo in fila 10 parole che ho imparato a usare in questo primo anno della mia nuova vita.

E' passato poco più di un anno dall'inizio dei miei racconti da papà single. Un anno emozionante, un anno durissimo, un anno bellissimo. Ho vissuto cambiamenti sconvolgenti, difficoltà immani, dolori acuti, gioie intense.

E' stato il mio primo vero anno da papà single dopo la crisi matrimoniale che mi ha portato alla separazione. Nell'agosto del 2016, se mi guardavo attorno, vedevo solo macerie, in buona parte provocate da miei sesquipedali errori. Andando verso il Natale del 2017, vedo un futuro diverso, lento, colorato, largo, alto, ampio. Un futuro nel quale mio figlio è il compagno ideale e non lo scopo, la pianta da coltivare che dia frutti al mondo. Non a me.

Questa bella avventura, questo racconto di un anno, finisce qui. Ho pensato molte volte a come potevo salutare chi mi ha letto, seguito, incoraggiato, a volte contestato (grazie lo stesso, vi lovvo anche io).

Lo faccio mettendo in fila 10 parole che ho imparato a usare in questo primo anno della mia nuova vita, sperando siano buone per tutti. Se vi servono tenete, altrimeni amici come prima. Avvertenza: non sono in ordine di importanza.

Perdonare. Se lo fai, ritorni verso la felicità. Se non lo fai, resti impigliato nella disperazione. Perdonare (e prima di tutto perdonarti) è un'operazione difficile quando ti infili in una separazione, ma è determinante per rinascere. Se perdoni anche l'altro, ricordatelo, non farai pagare il conto del fallimento del tuo matrimonio ai tuoi figli. Si può fare.

Aiuto. La prima cosa che ho fatto quando sono rimasto single con un pupo a carico è chiedere aiuto. Ne ho ricevuto e ne sto ricevendo tanto, da persone di valore che mi danno valore e che io ricambio... col valore.. Quel poco che sono è a disposizione di chi mi dà una mano.

Imparare. Se mettessi vicino le cose che ho insegnato a mio figlio arriverei fino a Caronno Pertusella, se mettessi vicino le cose che lui ha insegnato a me, arriverei fino al sole.

Ho imparato a ribaltare la logica adulta con cui guardo le cose per mettere, di tanto in tanto, gli occhiali di un bambino. Giova.

Amare. Non smettere, anche se sei incazzato, incazzata. Magari ricomincia dalle cose piccole, ma ricomincia. Sei devastato come me, brutto, inciccito e senza soldi? Sei senza speranza con l'altro sesso? Corteggia ugualmente, per esercizio di stile, per bellezza, per insegnare a tuo figlio che amare val comunque la pena.

Missione. Ecco, se magari la smettiamo con sta c****a, con sta retorica della missione dell'essere genitore, meglio per tutti eh. Se giro per siti e sitarelli che parlano di martenità e parternità, vedo un grondare di luoghi comuni che ancora non hanno lasciato il posto alla letteratura che vorrei.

Vendi. Taglia, sega, vendi, liberati, butta. Se vuoi una vita da genitore single minimamente sopportabile, vendi tutto quello che non è essenziale. Fallo velocemente, usa la tecnologia, lo sharing, le piattaforme sociali, usa i mezzi a disposizione per usare senza avere, essere senza sembrare, crescere senza sprecare, lavorare senza morire.

Pressione. Se sei un genitore single devi fare i conti con la pressione. La pressione delle aspettative che tu sia in un certo modo, lavori in un certo modo, educhi in un certo modo, vivi in un certo modo, vesti in un certo modo. Tutti confronti che perdi quando finisci sotto pressione. La pressione è la tua malattia, il taccuino la tua medicina.

Taccuino. Lo uso da un anno intero. Prenditi un taccuino e annotati le cose che hai fatto quel giorno. Annota quello che hai fatto, quello che hai portato a termine. E sii felice di averlo fatto, senza giudicare quanto potevi fare di più, senza permettere ad altri di entrare nelle pagine del tuo taccuino per sporcarlo con le loro aspettative, con le loro richieste.

Ritmo. E' questione di ritmo di vita. Sceglilo e sceglilo bene. Scegli di vivere secondo un ritmo che asseconda il tuo corpo e le esigenze di tuo figlio. Anche a costo di essere povero. Essere poveri non è una malattia, è un passaggio tra una felicità e un'altra.

Felicità. A proposito: mandami pure aff, ma la felicità è una scelta, ricordatelo. Quindi non menarmi la viola che sei sfortunato e sfigato e quanto altro: scegli di essere felice. Se regoli il tuo sistema di riferimento alla felicità possibile nella tua vita, la troverai e sarà bella, intensa. Bianca. E gratis.

Ipad. Dio lo benedica, perché io da freelance squattrinato non potrei campare senza il suo prezioso aiuto nella gestione di Davide. No, ciccio, non ti illudere, l'ipad non è me e io non lo uso come fosse una baby sitter. Lo uso con fini sempre didattici o di gioco educativo, controllando tempi e modi. L'Ipad e la tecnologia sono una miniera di sogni. Sogni che possono anche diventare realtà.

Bollette. Io faccio un gioco. Mi bevo qualcosa di particolare o mi faccio un piccolo regalo quando pago una bolletta. Già, perché in questi tempi di crisi ho capito sulla mia pelle che peggio di pagare le bollette c'è solo non poterle pagare. E credimi... quando non puoi pagarle finisce male una volta su due.

Cura. Curati tu, cura la tua felicità, cura il tuo corpo, i tuoi sensi, i tuoi organi, la tua anima. Se ti curi tu, curerai anche tuo figlio. Lui è un organismo giovane e mediamente sano, tu no. Stai attento che basta un colpetto e vai al Creatore.

Studia. Viviamo, da genitori, una vita che evolve a una velocità tale da renderci costantemente in ritardo. Allora se non vuoi soccombere al cambiamento digitale della società, ti resta soltanto una cosa da fare, tutti gli stramaledetti giorni: studiare.

Social network. I social non sono l'orinatoio, il cesso della tua frustrazione, il tuo lettino dello psicologo. Usa i social network come lo strumento per potenziare adeguatamente la tua immagine digitale, trovarti un lavoro, rifarti una vita. Tieni il tuo c... di figlio fuori dalle tue foto e dai a lui la possibilità di raccontare la tua infanzia quando potrà farlo.

Nostrofiglio. Leggi, leggi Nostrofiglio per quel suo modo di raccontare la genitorialità per quella che è, non per quella che dovrebbe essere. Niente stereotipi, qui: ascolto per tutti, giudizi per nessuno, nell'avventura più bella e più difficile della natura umana. Direi che è una cosa non da poco nel mare di cacca della rete su questo argomento.

Piangere. Fa benissimo. Quando tuo figlio piange, non cercare di farlo smettere per forza. Parlagli, cerca di fargli tirare fuori il motivo di quelle lacrime, per visualizzare bene le sensazioni e le emozioni che le fanno nascere. E se devi piangere tu, piangi. Cazzarola, che problema c'è?

Verità. Dì la verità ai tuoi figli. Una verità che siano in grado di comprendere, una verità che faccia capire che c'è il bene il male, il buono e il cattivo, il bello e il brutto. Chi trasforma la vita dei figli in un parco giochi senza problemi e un grande pirla. Lasciatelo dire.

Gioca. Gioca quando ti senti di farlo, gioca ovunque, gioca con niente, con una carta, un'ombra, un riflesso. Però, sinceramente, quando non ti senti più di farlo, dillo. Quello che dai col cuore a tuo figlio, dallo. Quello che non puoi dare di vero cuore, lascialo stare.

Raccontati. Nella nostra epoca, rompi gli schemi. Solca i mari della tua vita e raccontati. E raccontagliela. Un'unica cosa: spiega per bene tutto, ma tralascia i tuoi legami che non siano stabiliti, chiari, utili, sani e definiti.

di Francesco Facchini

Sull'autore

Francesco Facchini, papà part time di professione, campo di scrittura su qualsiasi mezzo (dai tovaglioli dei ristoranti al web) e di immagini (spesso della mia fantasia). "Sono convinto di tre cose: mi pagassero un euro a errore che commetto sarei milionario, le migliori risate che faccio sono quelle su di me e l'elefante si può mangiare, ma soltanto a pezzettini. Il mio sito personale è www.francescofacchini.it".

Aggiornato il 24.04.2018

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