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Lasciamo ad altri giudizi politici ed economici, quello che ha attirato la nostra attenzione come donne e come mamme, riguarda la visione del futuro intravisto dietro le parole della Fornero. Il ministro non ha torto, viviamo in una società in cui le donne ancora non hanno lo stesso accesso degli uomini ai luoghi di potere, e cosa ancora più grave, spesso per dedicarsi alla carriera devono rinunciare alla maternità e viceversa.
La crisi non è solo di natura economica, è mentale, culturale e sociale, viviamo in un mondo rigido e nevrotico che non riesce ad includere e far si che i cambiamenti riguardino il livello economico, ma anche quello sociale. Lo sviluppo di un popolo non è solo di natura economica, ma è dettato da numerosi fattori che devono garantire a uomini e donne la possibilità e la parità di scelta. Probabilmente, per questo, per risolvere una situazione così difficile non bastaranno manovre economiche, sarà necessario un cambio di mentalità, creare una diversa visione del mondo.
Se continuiamo in questa direzione, non solo consegneremo ai nostri figli un mondo pieno di debiti e di problemi ambientali, ma gli lasceremo un posto in cui sono ancora troppe le differenze di genere e sociali, un mondo in cui gli individui saranno classificati per reddito e per genere e non per qualità di livello umano.
È veramente questo il futuro che vogliamo lasciare ai nostri figli? O forse la risoluzione della crisi inizia con lìeducazione a sistemi di vita sostenibili, che includano e non escludano e che diano la possibilità di immaginare un mondo non più basato su consumi e ricchezze, ma su sapere e condivisione?
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