Leggo sempre le vostre storie tristi, felici, emozionanti, strazianti al tempo stesso. Per questo motivo vorrei anche io raccontare la mia storia.
In particolare, quella mia e di mio figlio, che ora ha 9 mesi ed è la mia ragione di vita.
Tutto ebbe inizio quando frequentavo l'università. La mia vita scorreva felice e beata. Avevo un ragazzo che amavo alla follia, eravamo fatti l'uno per l'altra. Tanto che decidemmo di provare ad avere un figlio.
Forse eravamo immaturi e incoscienti e non ci rendevamo conto che non sapevamo bene quello che facevamo. Istinto, passione e amore, insomma un mix micidiale. Durante i vari tentativi, senza pensare tanto, andammo oltre.
Rimasi incinta. Dopo panico, paura, ansie, rimasi sola e non lo dissi ai miei. Anzi, non lo dissi a nessuno, solo al mio ragazzo. In seguito presi la decisione di abortire. Ormai era fatta, lui avrebbe assecondato ogni mio pensiero.
Mi disse che se questo mi faceva star bene, anche lui avrebbe accettato senza aggiungere parole. Solo silenzio quei giorni. Lasciai il numero in ospedale. Mi richiamarono, andai insieme a lui, feci la visita interna, poi esterna.
Ero di pochi giorni; quindi vidi una mini macchia vidi nello schermo, sembrava mi guardasse, mi osservasse. Era reciproco. Un brivido mi prese la schiena, una lacrima accarezzò il mio volto. La dottoressa mi trattò male, mi insultò con sguardi e parole.
Mi fece sentire stupida, inadeguata, sbagliata. Mi chiese più volte se fossi sicura di quello che stavo facendo. E io firmai tutto quello che era necessario per andare avanti. Mi dissero che dovevo aspettare ancora una settimana prima di operarmi. Fu la settimana più brutta della mia vita.
Le notti non passavano mai, le ore erano lunghe e strazianti. Intanto accusavo nausee, mal di testa, debolezze.
Giorni dopo mi chiamarono e dissi NO. La dottoressa si complimentò con me e in quel momento mi sentii giusta, una donna, una mamma.
Una mamma che aveva sbagliato, che stava per compiere l'errore più atroce della sua vita. Ora, dopo mesi e mesi e mesi, il mio bambino di quasi un anno è accanto a me che dorme.
Ogni volta lo guardo negli occhi, penso che io e lui abbiamo un segreto che solo noi custodiamo. È il nostro segreto e spero che lui mi perdoni, ogni volta.
di Nicole
(storia arrivata alla pagina Facebook)
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Aggiornato il 06.03.2018