Home Storie Racconti di genitori

Ho perso la mia bambina all'ottavo mese di gravidanza

di mammenellarete - 10.06.2024 - Scrivici

ho-perso-la-mia-bambina-all-ottavo-mese-di-gravidanza
Fonte: Shutterstock
Questa è la triste storia di Emanuela, una donna che ha perso la sua bimba all'ottavo mese di gravidanza e ha lasciato in lei un vuoto incolmabile

In questo articolo

Era fine ottobre quando abbiamo deciso dopo un anno di matrimonio di provare ad allargare la nostra famiglia. Ci vorrà almeno un anno, invece a primo tentativo il mio test di gravidanza era positivo, tra l'incredulità e la felicita più totale.

A fine novembre vedo per la prima volta quel puntino che già occupava un posto grande nel mio cuore. Il mio sogno sin da piccola è stato avere una figlia femmina. A febbraio con lo screening scopriamo che era una femminuccia, eravamo felici. Elena, non ho dato nemmeno il tempo a mio marito di decidere, la nostra bimba si chiamerà Elena. I primi 3 mesi sono passati, l'ansia di perderla era finita.

Iniziai a comprare i primi vestitini , tutine e da lì non mi sono più fermata, d'altro canto il rosa è stato sempre il mio colore preferito. Il suo papà aveva già montato la culla, nonostante io gli dicevo che c'era tempo, ma il nostro cuore scoppiava così tanto di felicità che volevamo in qualche modo smorzare l'attesa. Ero giunta all'inizio dell'ottavo mese, Elena cresceva benissimo. Il ginecologo mi disse che era bellissimo fare le ecografie a me, placenta, liquido perfetti, la bimba ancora di più.

Un silenzio insopportabile

Era sabato 25 maggio, quando appena aperto gli occhi ho sentito un colpo strano alla pancia, un mezzo colpo, poi per tutto il giorno il silenzio più totale. Per me era impossibile pensare al peggio, due giorni prima avevo fatto la visita, la mia bimba stava benissimo.
Tutto il giorno in me c'era una tristezza, volevo sentire la mia bimba, che sicuramente avrebbe dato qualche segno subito dopo aver mangiato le patatine fritte. Lei, come me, adorava le patatine fritte. Nulla, silenzio.

Era la mia bambina, Elena

Quella notte non riuscivo a chiudere occhio. Era domenica 26, quando chiesi al ginecologo di visitarmi in lacrime, nonostante io avessi vissuto la mia gravidanza in modo sereno, da mamma sentivo che qualcosa non andava.


"Brutte notizie, il cuore non batte". Quelle parole a distanza di giorni rimbombano nella mia mente.
Dopo due giorni è nata Elena, il 28 maggio.

Ricordo ancora il freddo della sala operatoria, tremavo, avevo paura, nonostante le rassicurazioni dei medici non smettevo di tremare. Ho chiesto a mia mamma di vederla per me, non riuscivo a sopportare un altro dolore, dice che era bellissima, piena di capelli scuri e che somigliava tanto a me.
Qualcuno mi ha detto le fatidiche frasi che sentono dire un po' tutti "siete giovani, fanne subito un altro" , "meglio così, magari si sarebbero manifestati i problemi dopo la nascita" , "l'importante che tu stai bene". Sono frasi che pugnalano, per me era la mia bambina, una bambina che non stringerò mai tra le mie braccia, ma solo nel mio cuore, la mia bambina da cui non sentirò mai dire "mamma". Era la mia bambina.
Nessuno mi ha dato una motivazione, arresto cardiaco. Non ci si può rassegnare a questo dolore.
Sono vicina a tutte le mamme che hanno perso i loro bimbi, a cui chiedono di essere forti. Era la mia bambina, Elena.

TI POTREBBE INTERESSARE