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Ho avuto una madre violenta: mi riempiva di botte perché non le piaceva il mio ragazzo

di mammenellarete - 05.06.2017 - Scrivici

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Fonte: Pixabay
Ho avuto un'adolescenza difficile. Mia madre mi ha sempre tenuto sotto controllo. Voleva conoscere tutti i ragazzi con cui messaggiavo. Poi quando ho incontrato l'uomo della mia vita, mi ha proibito di vederlo: era figlio di divorziati e non era né medico né avvocato. Da lì iniziarono botte da ospedale. Finché un giorno lui mi portò via. Ora siamo una bella famiglia. 

La mia adolescenza non è stata un granché. Il rapporto con mia mamma era pessimo. Sono figlia unica e mio padre lavorava fuori tutta la settimana. Eravamo sole lei ed io. Giustamente mi controllava il computer, il cellulare, tutto.

Appena leggeva un messaggio un po' carino di un ragazzo mi costringeva a portarlo in casa per conoscerlo. La capisco, era per il mio bene, ma come potevo dire a un ragazzino appena incontrato: "Se vuoi messaggiare con me o scambiare quattro chiacchiere devi venire a conoscere mia mamma?".
In quel periodo mi sentivo con un ragazzo, lui ci teneva tanto a me ma io non quanto lui. Per continuare a frequentarlo mi decisi a proporgli ciò che mi imponeva mia madre e ovviamente lui accettò.

Non lo feci pensando che lui fosse l'uomo della mia vita, ma perché non potevo più sopportare i ricatti e le minacce di mia madre. Questa conoscenza andò avanti per un annetto, dai 16 fino ai 17 anni, ma senza spingerci oltre, infatti, oltre al bacio non ero mai andata perché non ero pronta.

Fin quando incontrai l'uomo della mia vita. Accadde per caso, una chiacchierata su un social network. A quei tempi già lavoravo come cameriera e lui veniva a trovarmi ogni tanto e mi batteva forte il cuore. Nel frattempo eliminavo attentamente ogni traccia di messaggi, anche se mia madre, visto che ero più grande, non mi controllava più il cellulare. Una sera chiamarono dal lavoro dicendomi che non avevano bisogno di me, così senza avvisare mia madre né il mio ragazzo, mi incontrai con lui. E ci baciammo.


Da quel momento iniziai a stare male perché mi resi conto che volevo stare con lui e non con l'altro, ma non sapevo come dirlo né ai miei né a lui!! Questa specie di triangolo andò avanti per una quindicina di giorni ma poi scoppiai perché non riuscivo più a guardare il mio ragazzo in faccia, e così gli dissi che gli volevo bene, ma non l'amavo. Poi lo spiegai anche alla mia famiglia (mia madre ci rimase malissimo perché il ragazzo in questione era benestante).

Di nascosto mi incontravo con l'altro e giorno dopo giorno mi rendevo conto che senza di lui non potevo stare, iniziavo a marinare la scuola e a inventare scuse con mia mamma.

Un bel giorno, un componente della mia famiglia mi vide con lui e lo andò a dire a mia mamma. Quando tornai a casa mia madre mi picchiò e mi costrinse a non sentirlo più.

Mi sequestrò cellulare e computer, mi fece licenziare da lavoro e mi mise in punizione. Ma io non mi arresi. Lui di nascosto mi procurò un cellulare con una scheda.

E anche se non potevamo vederci almeno ci sentivamo. Tutto questo per tre mesi. Una volta a settimana marinavo la scuola per stare con lui ed ero la persona più felice del mondo. Mia mamma lo venne a sapere e ancora mi picchiò.

Non voleva che stessi con lui perché era figlio di divorziati e non guadagnava fior di quattrini, mentre mia madre avrebbe voluto per me un avvocato o un medico. Ma a me dei soldi non me ne fregava proprio nulla. Mia madre mi diede una tregua. Potevo vederlo ogni tanto, ma ogni volta che lo facevo tornavo a casa e mi riempiva di botte. Era un prezzo che dovevo pagare per potermi incontrare con lui. Ma a me stava bene perché ne valeva la pena.... due ore con lui ripagavano tutte le botte che ricevevo. Mio padre a casa non c'era e non potevo dirgli quando tornava quello che succedeva con mia mamma, perché lei mi ha sempre minacciato: se lo avessi detti a mio padre, avrei avuto altre botte.

Ma un giorno me ne suonò tante, ma tante, che mi infilo le sue unghia nel fianco togliendomi un pezzo di carne, avevo una lampada in camera e me la spaccò dietro la testa.

Volete sapere il perché? Bene, ero a scuola, avevo mal di pancia perché avevo la mestruazione e le telefonai per farmi portare una bustina di oki altrimenti non riuscivo a svolgere la verifica del giorno. Lei si imbestialì come una matta, mi portò la medicina, ma al mio rientro a casa successe l'inimmaginabile.

Mia madre sosteneva che dovevo chiamare il mio ragazzo per la medicina e non lei, visto che ci volevamo così bene doveva occuparsi lui di me e non lei..

Le spiegai che a scuola non avrebbero mai fatto entrare uno sconosciuto con un medicinale!

Lei mi disse solo di rimanere chiusa in camera visto che stava tornando papà dal lavoro, e che se mi avesse visto col sangue addosso avrebbero litigato e alla sua partenza mi avrebbe dato il resto delle botte. A quel punto dissi basta, presi una busta abbastanza grande, mia madre era in cucina con papà a mangiare, misi il minimo indispensabile all'interno, mi feci venire a prendere di nascosto da mio zio, finsi di dover scendere nel garage con alcune cose che non mi occorrevano, lasciai porta aperta e scappai. Mi portarono a casa di mia nonna, e poi in ospedale.

I miei nonni volevano che io sporgessi denuncia, ma io non ebbi il coraggio e mi feci solo medicare.

Ero minorenne, mia mamma appena si accorse che ero fuggita, venne sotto casa dei miei nonni, ma loro la mandarono via senza farla salire. Glielo chiesi io.

E così mia mamma andò dai carabinieri che poi chiamarono a casa dei nonni. Andai in caserma, raccontai tutto, ma indovinate un po', i carabinieri erano amici dei miei e mi volevano convincere a ritornare a casa di mia volontà altrimenti sarebbe subentrata l'assistente sociale e mi avrebbero messa in casa famiglia

(e visto che avevo 17 anni ne sarei uscita a 21); dai miei nonni non potevo stare perché loro erano anziani e malati.


Con la paura di essere rinchiusa in casa famiglia ritornai a casa (era passato circa un mese). Nel frattempo mia madre veniva dai nonni a trovarmi, mi faceva regali, mio padre era furioso con me perché ero scappata senza dirgli nulla, ma come potevo, lui poi sarebbe andato via e poi per me sarebbe stato peggio.

Torno a casa, ma dopo una quindicina di giorni succede di nuovo la stessa cosa.

Nel frattempo mia mamma mi diede libero arbitrio: potevo vedermi con il mio amore e sentirlo, basta che non si facesse vedere sotto casa.

E così quel pomeriggio uscii con lui, andammo da sua mamma. Ma io quella sera avevo male alla pancia e quando si fece ora di cena rifiutai perché davvero non ne avevo voglia e mi feci riaccompagnare a casa. Salgo su, mia madre era avanti alla tv e mi dice: "vado a letto, se tu resti sveglia abbassa il televisore e chiudi la porta". Così feci. Visto che non avevo mangiato, apro il frigo e prendo una mela. Sento mia madre correre dalla sua camera alla cucina, spalanca la porta e inizia a gridare: "FAMMI CAPIRE, IL TUO RAGAZZO TI USA SOLO PER I SUOI COMODI PERÒ NON PUÒ PERMETTERSI NEANCHE IL LUSSO DI FARTI MANGIARE?".

E mi picchia di nuovo, mi spinge con un calcio vicino all'armadio, mi feci male alla gamba e mi accasciai a terra a piangere. Poi guardandomi mi dice: "perché piangi? Non ti ho nemmeno toccata!". Io la guardo e resto zitta. Ma lei continua: "Prendi le tue cose e vattene" . Piangendo chiamo di nuovo il mio ragazzo e mi faccio venire a prendere. Forse era meglio la casa famiglia.

Resto da una mia zia per una decina di giorni, ma di più non poteva tenermi. Così andiamo di nuovo dai carabinieri che convocano i miei genitori. Dopo un po' mi arriva il verdetto finale: "Sei minorenne, se nessuno può prendersi la tua tutela andrai in casa famiglia visto che con tua mamma non vuoi stare",

(ebbene sì perché mia mamma aveva negato tutto dicendo che mi aveva dato uno schiaffetto educativo, e a chi avrebbero potuto credere i carabinieri?)

Chiamai piangendo il mio ragazzo, che mi disse di dargli una decina di giorni, e poi mi avrebbe presa con lui. Lo dico ai carabinieri, nel frattempo rimango a casa di mia mamma ma solo per dormire.
E così fu. In quei 10 giorni il mio ragazzo affittò una casa, acquistò i mobili e mi venne a prendere ♡

Leggi anche: Mia mamma non mi ha mai amato. Ma grazie a mia figlia so il significato dell'amore materno

Da quel giorno abbiamo convissuto tre anni da fidanzati, poi abbiamo avuto una splendida bambina, ci siamo sposati e ora siamo una bella famiglia e io sono felicissima!

I miei genitori? Più volte sono venuti a casa (sì è vero, non avrei dovuto perdonarla ma è pur sempre mia madre). però ogni volta dopo due, tre mesi,

lei di nuovo litigava con me e spariva. Poi ritornava e così via. Finché mi sono stufata io e le ho detto di stare lontana da me. Nel frattempo mi vivo la mia vita con la mia famiglia felice.

Tutto questo che vi ho raccontato è durato 1 anno intero, poi per fortuna è finito tutto. Intanto io e mio marito abbiamo convissuto 3 anni da fidanzati, poi abbiamo avuto una splendida bambina, ci siamo sposati e ora siamo una bella famiglia e io sono felicissima!

I miei genitori? Più volte sono venuti a casa (sì e vero, non avrei dovuto perdonarla, ma è pur sempre mia madre), ma ogni volta dopo 2 o 3 mesi lei litigava ancora con me e spariva. Poi ritornava dopo altri 5 - 6 mesi. Poi mi sono rotta io e le ho detto che deve stare lontana da me e nel frattempo mi vivo la mia vita con la mia famiglia.

Storia di una mamma redatta dalla redazione.

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