Home Storie Racconti di genitori

La lettera di una mamma di un bimbo autistico alla scuola: grazie!

di mammenellarete - 17.01.2020 - Scrivici

luana-3
Fonte: Luana Di Maio
Scrivo questa lettera per dire grazie alle maestre, al dirigente, al personale scolastico della scuola San Filippo Neri. Grazie anche agli assistenti sociali, al neuropsichiatria, alle mamme dei compagni di classe del mio bambino. Perchè non mi hanno mai fatta sentire in difetto o sbagliata quando mio figlio reagiva rispondendo con le parolacce o spingendo via gli altri bambini. Siete i nostri angeli.

In un'Italia in cui si è abituati a leggere notizie negative, mi sento in dovere di portare positività raccontando la storia di Daniel, il mio bimbo autistico. Una storia che non siamo abituati a sentire, forse perchè siamo sempre troppo presi dalle notizie di cronaca che leggiamo ogni giorno sui giornali, online e alla tv. Il compito di dire cosa è l'autismo lo lascio agli esperti, io ho solo voglia di regalare una nota positiva ringraziando chi da anni è vicino al mio piccolo tesoro.

Parto dalla scuola. Voglio abbracciare una ad una le maestre, quelle che ci sono ancora oggi e quelle che sono state assegnate ad altri istituti, l'insegnante e l'assistente di sostegno, le bidelle, le segretarie e in primis la dirigente della scuola elementare "San Filippo Neri" di Bolzano. Non partite prevenute dicendo che noi bolzanini siamo una provincia felice e per questo abbiamo la vita agevolata. Credetemi, non è così. Anche qui si lotta per vedere realizzati i propri diritti. Si sta bene, ma c'è margine di miglioramento anche in Alto Adige. Detto ciò, vi dico perchè voglio dire grazie a queste persone.

I primi giorni delle elementari ero molto spaventata. Daniel aveva spasmi e si irrigidiva quando si agitava troppo, era intoccabile, non accettava nessun tipo di contatto da parte di estranei e non parlava. Ogni tanto si perdeva con lo sguardo nel vuoto e a semplici domande non dava risposte sensate ma di fantasia. Avevo paura che il cambiamento, il passaggio dalla scuola materna a quella di primo grado, sarebbe stato un grande stress per lui. Mi sono dovuta ricredere.

Mai avrei pensato di trovare un team di supporto scolastico come quello che ha accompagnato il mio piccolo dal 2015 ad oggi. Altro che stress: Daniel dal primo giorno non vede l'ora di andare a scuola, si alza con gioia la mattina (ok, non proprio tutte, se si impunta che non vuole alzarsi perchè secondo lui è ancora notte, non c'è verso di farlo uscire da sotto le coperte fin che il sole non è alto nel cielo o se per errore nella tazza verso prima il latte e poi la cioccolata, piccolezze che per lui sono enormi macigni da sopportare.

..).

Non è esistito il "Daniel autistico", ma il Daniel che va inserito e aiutato. Non è esistito il Daniel da mettere in disparte, ma il Daniel da integrare. Non è esistito "Daniel il diverso", ma "Daniel è speciale". Ogni situazione particolare che si è presentata negli anni (parolacce, aggressività, il camminare sulle mani, il mettersi costantemente in situazioni di pericolo) è stata risolta in modo eccellente da tutto il team che si è riunito più volte per prendere decisioni importanti sul come proseguire la didattica nei suoi confronti, per fargli seguire lo stesso percorso dei compagni senza farlo sentire estraneo. Un team che non si è fermato al solo sostegno ma che ha coinvolto tutti coloro che frequentano la scuola incluse bidelle, segretarie e insegnanti di altre classi.

Daniel è stato il figlio di tutti

Daniel è stato per 5 anni il bimbo di tutti. Ogni singola persona delle San Filippo Neri di Bolzano ha regalato a mio figlio una cosa molto speciale che si chiama "amore". Vero ed incondizionato. E questo lui, lo sa. Perchè i risultati a distanza di cinque anni, si vedono. Ovviamente, anche io mi sono messa in gioco fin da subito restando a completa disposizione della rete scolastica.

Ho visto altre famiglie nella mia situazione delegare tutto il lavoro alla scuola. Così non può funzionare. La collaborazione è fondamentale. Quasi quanto il riconoscere che nostro figlio ha un problema.

Ho dato una mano, come potevo, creando giochi da poter usare con Daniel per insegnargli a leggere e contare, o semplicemente rompendo le scatole alla sovrintendenza scolastica e ai politici del momento, quando di punto in bianco hanno provato a negare il sostegno ai bimbi con 104. La mia grande fortuna è stata l'aver ascoltato la proposta della miglior psicologa che ho mai avuto, di iscrivere Daniel alle scuola elementare San Filippo Neri e di aver trovato una rete di persone che, con attenzione e tanto affetto sincero, ha dato le basi al mio bambino per crescere sereno, valorizzando ogni sua particolarità ed integrandolo con i compagni.

Ha imparato le emozioni

Daniel all'inizio non capiva le emozioni, ora grazie al team scolastico e al team di supporto messo a disposizione dei servizi sociali e della neuropsichiatria infantile, attraverso percorsi di aiuto domiciliare con la tutor per i compiti e le uscite per capire l'autonomia, sa dire se è triste o felice, sa dire che ha male e dove prova dolore. Crescendo ha iniziato ad avere delle crisi aggressive e una volta passata la crisi, piange, senza saper spiegare il perchè. Si vede che soffre, il mio bambino. Ma grazie alla scuola, che lo ha aiutato con dolcezza, sa anche dirmi il nome della via in cui "abita la sua casa".

Ecco perchè sento di dover dire GRAZIE. Grazie a tutti coloro che in questi cinque anni hanno tenuto il mio piccolo per mano credendo nella possibilità di arrivare ad un piccolo miglioramento trasformando ogni criticità in opportunità. I passi sono stati fatti tutti, nulla è stato lasciato al caso. Il rapporto scuola famiglia è stato fondamentale, la base per costruire il futuro di Daniel. Un futuro che nessuno sa dove porterà. L'incognita della mia vita. L'amore della mia vita. Tutto questo ha portato al Daniel a dirmi "ti amo mamma" e a farsi addirittura abbracciare. Il Daniel di oggi sa dirmi quando ha fame e che tipo di pasta desidera. Stiamo ancora lavorando sulla temperatura, infatti lui la mattina il latte lo beve "scottafreddo". Arriveremo a sistemare anche quello.

Certo, la strada è lunga e siamo solo all'inizio del viaggio che ci porterà chissà dove, ma ad oggi è stato fatto un grande grande lavoro. Basti pensare che davanti al cancello dice:"Vai mamma, entro da solo. Non mi guardarmi". Ha un linguaggio tutto suo. A Natale mi sono emozionata tanto perchè dopo aver letto di una mamma triste perchè il suo bambino è stato escluso dalla recita, per una volta nel mio mondo di mamma di figlio autistico (che solo una mamma o un padre con questa disabilità possono capire), mi sono sentita in parte fortunata.

Il mio piccolo Daniel ha suonato il flauto e il pianoforte davanti ad un gruppo di genitori e di bambini conosciuti e non. Che passo gigante. Che conquista per tutti! Quante lacrime nel guardarlo fare una cosa così semplice e normale per tanti bimbi. Ok, noi nel pubblico abbiamo tutti dovuto girare la testa verso il muro o non avrebbe suonato perchè odia sentirsi osservato, ma l'emozione di vederlo sereno in una situazione in cui solitamente scappa o diventa aggressivo, è stata grande davvero.

Grazie maestre, grazie dirigente, grazie a tutto il personale scolastico delle San Filippo Neri, grazie assistenti sociali, grazie neuropsichiatria, grazie mamme dei suoi compagni di classe. Perchè anche voi non mi avete mai fatta sentire in difetto o sbagliata quando lui reagiva rispondendo con le parolacce o spingendo via i vostri figli. Siete tutti nostri angeli. Spero che questo mio racconto sia uno spunto positivo per altre mamme che stanno attraversando il mio stesso percorso. Un abbraccio.

di Luana

Vuoi scriverci anche tu la tua storia? Mandala a redazione@nostrofiglio.it

TI POTREBBE INTERESSARE