Oggi 1 dicembre è la giornata internazionale per la lotta all'AIDS, in questo giorno del 1981, fu infatti fatta la prima diagnosi ufficiale di HIV. L'AIDS, da allora, ha ucciso nel mondo 30 milioni di persone e la situazione, sebbene non se ne parli più molto, non tende a migliorare.
Ogni giorno 7400 persone al mondo diventano sieropositive, mentre 5500 muoiono per malattie legate all’AIDS. Secondo gli ultimi dati del rapporto UNAIDS 2011, le persone al mondo che vivono con l’HIV sono circa 34 milioni, e i nuovi contagiati sono più di 2,7 milioni.
Nel 2010 sono morte di AIDS 1,8 milioni di persone e si è stimato che il numero di bambini sieropositivi nel 2010 sia di 2,5 milioni. La trasmissione da madre sieropositiva al feto o al neonato può avvenire durante la gravidanza, il parto o l’allattamento al seno.
Il rischio per una donna sieropositiva di trasmettere l’infezione al feto è del il 20% (cioè 1 su 5). Oggi però è possibile ridurre questo rischio al di sotto del 4% somministrando la terapia antiretrovirale alla madre durante la gravidanza e al neonato per le prime sei settimane di vita.
Tutti i bambini nascono con gli anticorpi materni. Per questa ragione, il test HIV effettuato sul sangue di un bambino nato da una donna sieropositiva risulta sempre positivo. Anche se il bambino non ha contratto l’HIV gli anticorpi materni possono rimanere nel sangue fino al diciottesimo mese di vita, al più tardi entro i due anni. Il bambino viene sottoposto a test supplementari per verificare se è veramente portatore del virus o se ha ricevuto solo gli anticorpi materni.
Nonostante gli incredibili passi in avanti fatti dalla ricerca in campo di farmaci e trattamenti, non esistono cure e vaccini e l’epidemia negli ultima anni, al contrario di quello che si pensa, è aumentata.
Solo i corretti comportamenti di ogni singolo individuo possono salvare dal virus dell’HIV e dall’AIDS. La prevenzione e l'educazione alla prevenzione sono quindi le uniche armi in mano a uomini e donne.