Ti potrebbero interessare anche...
- Cinque regole per affrontare il lunedì>>
- Lavoro e mamme, quelle casalinghe sono più tristi>>
- Mamme lavoratrici, cosa chiederesti al premier Monti>>
Si è registrato un aumento di dimissioni nel settore dell'industria (1.030; +244) e del credito-assicurativo (270; +105), mentre vi è stato un calo nel commercio e nei servizi (1.358; -289), a conferma che la rigidità degli orari e dell'organizzazione del lavoro non favorisce la conciliazione fra famiglia e lavoro.
Il 60,2% delle lavoratrici aveva tra i 26 e i 35 anni, il 28,5% tra i 36 e i 45 anni e nel 56% dei casi le dimissioni sarebbero dovute alla difficoltà di prendersi cura dei figli a causa della carenza di servizi e della mancanza di una rete famigliare che possa supportare le mamme nella cura dei bambini.
Rita Brembilla, responsabile del Coordinamento Femminile Cisl Lombardia ha dichiarato: «Nonostante le risorse messe a disposizione da Regione Lombardia sul tema della conciliazione lavoro-famiglia, i numeri delle dimissioni non cambiano e i problemi di conciliazione continuano a rimanere tali. Occorrono progetti più incisivi e capaci di dare risposte alle famiglie e alle lavoratrici... In una situazione di crisi così pesante, non poter contare sulla tranquillità economica nella famiglia crea tensioni e preoccupazioni importanti e ricade soprattutto sulle donne il peso della rinuncia al lavoro e quindi alla propria autonomia». Questo dato evidenzia la presenza di forti discriminazioni di genere nel nostro paese e fa emergere un nuovo elemento di crisi molto grave: l'impoverimento delle famiglie italiane.
Secondo uno studio di Save the children, infatti, il 22,6% dei bambini che sono nel nostro paese è a rischio povertà perché vive in famiglie con un reddito troppo basso per garantire loro ciò di cui avrebbero bisogno per un sano e pieno sviluppo psichico, fisico, intellettuale e sociale.
«Quasi un minore su quattro oggi è a rischio povertà - avverte Valerio Neri, direttore generale Save the Children Italia -, il dato più alto degli ultimi 15 anni.
Occorre subito approvare un piano organico di lotta alla povertà minorile da finanziare con risorse aggiuntive a quelle finora stanziate, portando al 2% del Pil gli investimenti per infanzia, famiglia e maternità, con una progressione che consenta di arrivare a 12 miliardi in più entro il 2020».
E la tua famiglia, come sta affrontando la crisi?
Ti potrebbero interessare anche...