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Particolarmente interessante è il dato dei Childcare Vouchers inglesi, introdotti proprio per aumentare la qualità, l’accessibilità dei servizi di assistenza ai bambini e migliorare la conciliazione. Secondo i risultati dello studio il 69% dei dipendenti che hanno usufruito dei programmi di assistenza ai bambini, inclusi i buoni servizio, sono donne, e un terzo dei datori di lavoro avrebbero rilevato un effetto positivo sulla produttività dei propri lavoratori, dovuto agli effetti positivi che le politiche di conciliazione hanno sull’equilibrio tra vita privata e professionale.
“Il tasso di occupazione femminile in Italia è inferiore di 12 punti percentuali rispetto ai vicini paesi europei, basti pensare che 1 donna su 3 non lavora per esigenze familiari come la cura dei figli o di parenti anziani. I Buoni Servizio possono essere uno strumento utile all’Italia per contribuire alla costruzione di quel “welfare secondario” che sempre più appare indispensabile per sostenere le famiglie e le persone in questo difficile contesto economico.
Come donna e come manager credo che solo la crescita possa salvare il nostro paese e che proprio dall'occupazione femminile venga il contributo decisivo. Inoltre, se in tempi "normali" finalizzare le risorse pubbliche agli usi prefissati è importante, in tempi di emergenza come questi tale finalizzazione di risorse scarse è una priorità assoluta. Solo mettendo a fattore comune le risorse pubbliche e quelle private l’Italia potrà strutturare un sistema di welfare innovativo, per sostenere in modo più efficace le famiglie e gli individui nel sempre più complesso mondo globalizzato” ha commentato Graziella Gavezotti di Edenred Italia.
L'esperienza dei Buoni Servizio potrebbe essere promosse anche nel nostro Paese, perché destinerebbele risorse verso servizi di supporto molto richiesti in Italia (per anziani e bambini) e darebbe la possibilità alle donne di scegliere chi rivolgersi mettendo in moto un meccanismo di competitività tra i vari enti (profit e non profit) che contribuirebbe in questo modo ad aumentare l’efficienza complessiva del settore della produzione dei servizi di cura.
Pensate che in Italia sia applicabile un'iniziativa del genere? Che esperienza avete avuto voi nelle vostre aziende?
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