Giovanni è nato in una fredda mattina di gennaio alle 13.35, tutto è andato benissimo, nel pomeriggio me lo hanno portato ed è restato con me per la notte, cosa strana nessun pianto solo lamenti.
Lo guardavo e mi chiedevo a chi somigliasse: aveva la testa grossa.
Il mattino seguente avevo notato sui piedini delle piccole piaghe, ma mi avevano detto che era normale.
Il giorno in cui doveva lasciare la clinica c'era tutta la famiglia ad aspettarlo fuori dalla porta del nido: la sorellina di sei anni, il papà, la nonna...
Ma invece di lasciarci andare i medici ci bloccano: Giovanni ha qualcosa che non va, bisogna fare accertamenti.
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In quel momento il mio cuore si è fermato. Si scopre che è nato senza albumina, forse una malattia genetica... Sono stati giorni tremendi, vederlo nell'incubatrice pieno fili, aghi, ho creduto di morire.
Ma il miracolo è avvenuto: il suo fegato è ripartito. Da allora è stato sotto controllo per mesi. Nei primi anni ha avuto anche problemi legati al linguaggio. Ma ce l'abbiamo fatta.
Oggi ha sette anni è stato promosso per la terza elementare, fa sport non si ferma mai, ma quei mesi sono stati i più brutti della mia vita. Non li dimenticherò mai.
Storia di una mamma editata dalla redazione.
Aggiornato il 04.01.2018