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Come convivo con il diabete mellito di tipo 1

di mammenellarete - 29.11.2017 - Scrivici

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Fonte: Pixabay
Ero e sono una diabetica insulino-indipendente. Ho il diabete mellito di tipo 1 e l'ho scoperto a 20 anni. Il diabete dopo la gravidanza mi è rimasto, ma se sono qui, devo dire grazie a dei medici

Tutto è iniziato il 7 settembre del 2009. Avevo 20 anni, dovevo sostenere gli esami riparatori per poter frequentare quello che poi divenne il mio ultimo anno di scuola, la maturità (ho perso 3 anni scolastici per vari motivi).Tornando al 7 settembre la mia vita cambiò.

Già dal mese di marzo io mi sentivo strana, mangiavo e bevevo moltissima acqua. Venendo anche da una delle città più calde avevo associato allo stress dovuto alla scuola (venivo presa in giro e dovevo organizzare la settimana tra stage e specializzazione, ho fatto il professionale).

Alla fine di agosto mi sono rivolta al medico di base perché il mio respiro non mi piaceva e passavo molto tempo a dormire. Potevo avere due cose: non me le disse subito, ma voleva portarmi a Roma da un suo collega per essere certo. Ma non ci sono arrivata, perché quel lunedì per la prima volta dissi: "Mamma, portami al pronto soccorso" dopo mezza giornata passata nel letto. Avevo febbre, dolore ad entrambi i reni e dolori anche da ciclo.

Sono arrivata al pronto soccorso e lì mi sono trovata l'incompetente di turno.

Per quel medico era una colica renale (intanto ero svenuta sulla barella e non vedendo mia mamma le ultime parole sono state "mamma mi fanno male i reni").

Mi diede cortisone e tranquillante.

Tutto questo mi mandò in coma chetoacidosico. Sono stata salvata dal medico della terapia intensiva e il giorno seguente sono stata trasferita in reparto.

Mi vedevo attaccata a flebo e ad una macchina. Non ho avuto la benché minima di cosa mi fosse accaduto. Non potevo muovermi, ero troppo debole, ma un giorno non ho resistivo e mi accorsi che il troppo tempo sul letto mi ha portato ad avere un ascesso perianale.

Tralasciando il post operatorio, quel giorno ricordo che chiesi alla dottoressa universitaria che mi seguiva io, che ero la più piccola del reparto, cosa avevo.

Lei tra le lacrime mi disse: "Hai il diabete mellito di tipo 1, sai cos'è?"

L'anno prima l'avevo studiato a scuola, sapevo benissimo, ero e sono una diabetica insulino-indipendente.

All'inizio non è stato facile, forse ancora adesso che ho 29 anni i miei non l'accettano su alcuni fronti perché nella mia famiglia nessuno soffre di diabete (solo la mamma di mamma, ma è di tipo senile).

Parlando con i medici, in tutti questi anni, qualcosa nella mia infanzia (un incidente abbastanza pericoloso) o qualche malattia (scarlattina e altre malattia esantematiche, ma non ricordo di averle avute) possono aver causato l'inizio della cicatrizzazione nelle isole insuliniche situate nel pancreas.

Nel 2011 ho scoperto di essere incinta, un po' di alti e bassi per la glicemia, ma a settembre nasce il mio piccolo Simba (il suo soprannome ) di 4,470kg, con taglio cesareo.

Adesso è un meraviglioso leoncino di 6 anni. Ciò che voglio dire è questo: durante il primo anno mi sono trovata gente che pensava che la mia malattia fosse contagiosa addirittura. Invece si tratta di stare attenta sul mangiare e avere una buona routine.

Il diabete dopo la gravidanza mi è rimasto e ogni tanto capita che mio figlio vede che mi somministro l'insulina.

Adesso mi dice: "Mamma fai piano e non farti bua".

Si può vivere avendo brutte esperienze e convivendo con una malattia. Ho trovato adesso un endocrinologo di cui mi fido ciecamente, perché ho avuto una complicanza del diabete. Bisogna sempre ascoltare i medici e non fare di testa nostra, anche se a volte sbagliano. Ma se sono qui, devo dire grazie a dei medici e uno di recente è salito in cielo.

Con il diabete non si scherza, perché è un qualcosa che ti mangia piano piano con il tempo e può attaccare tutti gli organi.

di mamma Federica

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