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Autismo: educare per curare

di mammenellarete - 03.12.2010 - Scrivici

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La cura più efficace per l’autismo è l’approccio educativo strutturato, personalizzato e mirato. Questa certezza, universalmente condivisa, da sempre guida il lavoro sperimentale di Lidia Cattelan, formatrice e pedagogista. Dopo anni di impegno dedicati alla ricerca di strategie educative inesplorate, ha formulato una nuova ipotesi di lavoro familiare e scolastico in “Autismo. Manuale operativo per docenti e genitori”  (Industrialzone, pagg. 152, euro 18,50). Il libro si propone come uno strumento di lavoro facile e accessibile, in grado di fornire risposte chiare e pragmatiche alle domande di genitori e insegnanti che sentono l’esigenza di creare un percorso personalizzato di autonomia per bambini, ragazzi e adulti affetti da autismo.

L’originalità principale del volume sta soprattutto nella proposta di percorsi strutturati di lavoro che non si limitano alla teoria, ma sono già pronti per l’uso. Si tratta dei libri didattico-operativi IN-BOX, ideati per le attività pratiche quotidiane da svolgere sia a scuola sia a casa e composti da una serie di scatole che vda montare e adoperate per riconoscere, discriminare, seriare, raggruppare materiale iconico e “oggetti” di vario tipo, in base a criteri di difficoltà crescente tarati sul livello di sviluppo funzionale del bambino. Le scatole IN-BOX, realizzate grazie alla collaborazione di Cristina Ceola, direttrice editoriale di Industralzone, sono allegate al manuale. Permettono di giocare e di costruire un percorso insieme al bambino o al ragazzo attraverso l’osservazione, l’attenzione, il riconoscimento, la classificazione, la memorizzazione e la generalizzazione. Usando semplici oggetti geometrici che richiamano forme riscontrabili nella realtà di tutti i giorni, i genitori e gli insegnanti, come in un gioco, concorrono a dare al figlio e all’alunno stabilità e flessibilità, a strutturare lo spazio e il tempo, ad avere un posto tra gli altri nella classe e fuori della classe, per la strada, tra la gente, a casa.

Lidia Cattelan si impegna quotidianamente a difesa dei bambini autistici. Per molti anni ha coordinato lo Sportello Provinciale dell’Autismo di Vicenza e attualmente tiene corsi di aggiornamento per gli insegnanti. Si è fatta conoscere nell’ambiente scolastico per il suo approccio orientato alla responsabilità collettiva; ha sempre lottato per l’integrazione scolastica dei bambini disabili e ha sempre creduto in un percorso didattico collaborativo tra scuola e famiglia, proponendo una filosofia di vita incentrata sull’attuazione della solidarietà. Da molti anni è appassionata interprete di un ruolo attivo della scuola nel campo dell’handicap, sia per quanto riguarda le buone prassi di lavoro sia per la formazione dei docenti.

In questo libro affronta i temi classici della sindrome autistica in maniera semplice e divulgativa, adatta anche a chi è poco familiare con il problema.

“E’ importante agire con strumenti adatti che invitano ad operare piuttosto che a disperare, a costruire piuttosto che a rinunciare”, sostiene l’autrice. “La scuola deve imparare a valorizzare le diversità per permettere ad ogni bambino di esprimersi liberamente e arricchirsi grazie alle differenze. L’insegnante, chiamato sempre più spesso a lavorare con alunni diversamente abili, non deve spaventarsi di fronte all’handicap, ma cercare di conoscere, sperimentare e trovare le strategie utili ad una buona didattica. Il manuale offre una sequenza di passi finalizzati ad ottenere, in tal senso, i risultati attesi.”

Oggi molti bimbi autistici vanno in classe con gli altri bambini perché sono disponibili metodi didattici in grado di migliorare le loro abilità sociali e le loro prestazioni linguistiche e scolastiche. Anche se più del 60% degli adulti autistici continua ad aver bisogno di cure per tutta la vita, i programmi che prevedono approcci educativi personalizzati e strutturati hanno iniziato a dimostrare che, con supporti appropriati, e soprattutto precoci, molte persone autistiche riescono a svolgere lavori significativi e a partecipare alla vita sociale.

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