La mia esperienza di mamma
Mi hanno chiesto di raccontare la mia esperienza di mamma e, in questi 5 minuti che ho a disposizione, voglio sfatare un falso mito. Poiché io scrivo libri sulla comunicazione tra adulti e bambini, faccio corsi di formazione per insegnanti, ci si aspetta da me che io come mamma sia impeccabile, che io abbia dei figli educatissimi, calmi consapevoli. Ebbene, non è sempre così. Io ho 3 figli maschi, chiaramente, per la legge del contrappasso avendo solo sorelle femmine, uno ha 14 anni, il più grande che si chiama Tommaso. Leonardo ne ha 9 e Gregorio ne ha 7. Quindi, ho accumulato un po' di esperienza in questi anni.
La relazione genitori-figli
Devo dire che il mestiere di genitore, per quello che ho potuto comprendere io, se viene vissuto come un lavoro è incredibilmente frustrante. Quindi, la mia scelta personale è stata quella di essere una mamma, ma prima di tutto essere una persona e con 3 ragazzi molto vivaci e molto attivi, le situazioni critiche sono state tante in questi anni. Quello che però ho sempre cercato di fare capire a loro è che dietro il mio ruolo di mamma io sono una persona con una grande sensibilità, con dei bisogni.
Ho messo da parte un pochino me stessa negli ultimi anni, perché la dedizione ai bambini piccoli è totale e assoluta, quello che sto cercando di fare adesso che anche con Gregorio, ora che siamo usciti dalla prima infanzia e ci avviamo all'essere tutti ragazzini, è quello di mostrare loro il rispetto reciproco anche all'interno della relazione genitori figli, di non dare per scontato il fatto che io sia sempre e comunque disponibile e di cercare di sviluppare una gentilezza che tra fratelli maschi non è sempre così scontata.
L'importanza di essere autentici
Quindi, la mia esperienza di mamma si muove parallelamente alla mia crescita personale ed è quello sul quale punto molto con i genitori che seguo sia nei corsi di formazione sia nelle consulenze individuali.
Spesso, come genitori ci annoiamo, ci nascondiamo un po' dietro al ruolo e questo crea una distanza che è naturalmente generazionale ma è anche una distanza relazionale. Sono una mamma che talvolta perde la pazienza e che a volte alza la voce. Ciò che mi piace però della relazione che abbiamo costruito io e i miei figli insieme è che poi ritrovata la calma, cerchiamo sempre di riprendere l'argomento che magari ha scatenato la discussione, la crisi, la litigata sia tra di loro ma anche con me, per parlare dei propri bisogni.
E' molto importante, come genitore io lo capisco, avere l'autenticità e l'onestà per parlare di sé, raccontare di sé, delle proprie difficoltà, difficoltà che incontriamo come genitori nella vita di tutti i giorni, perché loro si specchiano dentro di noi, imparano osservandoci, e riproducono quei comportamenti che noi vorremmo non trasmettere. Ed è proprio parlando, anche dei nostri "lati oscuri" che loro possono piano piano sviluppare loro stessi.
Lo vedo con Tommaso, il mio figlio maggiore quattordicenne, che è nell'età considerata molto critica, invece io sono molto soddisfatta della relazione che siamo riusciti a creare. Non è un ragazzino sempre accondiscendente, e quindi le discussioni, le mediazioni, sono all'ordine del giorno. Però, quello che posso riconoscermi come mamma, è stata la voglia di lasciare a loro la sensazione e l'opportunità di essere liberi di scegliere ciò che meglio per loro, andando anche talvolta contro quello che per me sarebbe più facile, più giusto per loro.
La mia esperienza è proprio questa, di grande autenticità, magari a volte arrabbiati, a volte stanchi, però autentici.
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