Persino il giorno in cui sposai Claudia la tenni nascosta ai più, non perché me ne vergognassi, ma forse più per pudore e per un capriccio infantile; come il bimbo che nega di aver mangiato la marmellata ed ha tutto il muso sporco.
Quando arrivò il primo figlio, Elia, trascorsi la notte in macchina nel parcheggio dell’ospedale… e ogni tanto la prendevo in mano. Lei c’era sempre, mi accompagnava sempre nei momenti importanti della mia vita e io sentivo che non potevo fare a meno di lei.
Elia aveva 6 anni quando decisi di lasciarla e già stava per arrivare quella che sarebbe diventata il mio nuovo amore, Gaia; non volevo che tornando a casa sentisse l’odore dell’altra.
Son stato con la bionda per ben 23 anni, più della metà dei miei anni vissuti… un’enormità!
Non l’ho lasciata perché mi ha fatto star male, o perché ho preferito dirle addio prima che me ne facesse più di quanto me ne aveva già fatte! Si dice che il tempo cancelli le ferite… è più un auspicio che una certezza; certo è che vedere tuo figlio di pochi anni ripetere quel gesto, per te automatico, non è stato bello!
“Papà guarda, anche io fumo”. E tu senza la minima possibilità di successo gli dici che non si fa, sapendo che la risposta di un bambino sarà sempre: “eh ma tu lo fai, perché io non posso farlo?”
Ti si apre un nuovo mondo e capisci che tu, il supereroe preferito di tuo figlio, devi dare un insegnamento, e lì non puoi fallire o predicare bene e razzolare male.
Non volevo tenere in braccio Gaia e farle sentire la puzza della bionda e così il 17 settembre 2013 alle ore 19 presi un ultima volta per mano lei, la bionda, che mi era stata affianco per 23 anni e le diedi l’addio.
Inizialmente il suo ricordo mi faceva soffrire e più volte son stato tentato di rivederla almeno una volta, ma dentro di me so che quella sola volta darebbe chance ad una seconda, una terza.
Ho deciso di volermi bene e di voler bene alla mia famiglia… addio bionda… addio per sempre.
di papà Paolo
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