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A 43 anni madre di tre figli piccoli: è dura, ma quanta gioia!

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Il più piccolo ha 9 mesi, le sue sorelline 5 e 2 anni e mezzo. Io di anni invece ne farò 43 ad agosto. Il loro papà, senza nemmeno un capello bianco, 12 in più. È che ci siamo incontrati solo nel 2009 e allora abbiamo cercato di recuperare il tempo perso.

Non è facile trovare il tempo di scrivere, infatti sono le 2 di notte e finalmente mi sono seduta è mi godo qualche minuto di silenzio, almeno fino a quando il piccolo non si farà sentire reclamano il suo latte di mamma.

Ha 9 mesi e una gran voglia di crescere per giocare con le sue sorelline di 5 anni e 2 e mezzo. Io di anni invece ne farò 43 ad agosto.

Il loro papà, senza nemmeno un capello bianco, 12 in più. È che ci siamo incontrati solo nel 2009 e allora abbiamo cercato di recuperare il tempo perso... scherzo! Però non potevamo certo aspettare troppo e per fortuna al primo anniversario avevo un bel pancione. Una gravidanza tranquilla, monitorata regolarmente, una amniocentesi sofferta ma il cui esito mi ha permesso di dedicarmi solo al corredino e agli acquisti necessari per una figlia in arrivo.

Il parto mi ha provato tanto ma la gioia di stringere la nostra piccola mi ha fatto superare punti e ammaccature. E poi poppate, coliche, pianti e sorrisini, pannolini e tanta stanchezza.

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Ho accantonato il lavoro da avvocato che mi avrebbe preso molto tempo e fruttato, in quel periodo di crisi, molto poco. La bimba cresce e io mi cimento nelle prove selettive per un corso di abilitazione all'insegnamento. Lo farò qualche mese più tardi, dopo la bruttissima esperienza di un aborto spontaneo. Quando avevo scoperto di essere incinta già mi vedevo con un altro cucciolo tra le braccia e invece al primo controllo si era fermato tutto. Un ricovero, 2 raschiamenti, tanta tristezza. 6 mesi dopo la storia si ripete.

Mi vengo o consigliati esami per la trombofilia e altre analisi. Risulta una variazione non particolarmente significativa ma, quando resto di nuovo incinta, la ginecologa mi prescrive una terapia. Forse è quella, forse doveva andare tutto bene, ma la gravidanza procede bene e nasce una bella bimba.

Stavolta i chili non riesco a smaltirli tutti, il fisico, a 40 anni, ne risente, le gambe pure, nonostante le calze elastiche.

I miei 40 anni, un mese dopo, li festeggio indossando un vestitino elegante ma premaman perché non mi entra altro e non ho tempo di fare shopping. La stanchezza c'è, per fortuna mio marito, che non sa e non riesce a cambiare un pannolino, mi supporta e mi sopporta.

Anche mia mamma mi da una mano, i miei suoceri fanno quel che possono. Intanto, conseguita l'abilitazione per insegnare, mi ero cimentata con successo nelle prove di accesso per la specializzazione per l'insegnamento di sostegno. Il pancione mi impedisce di partecipare al primo ciclo ma mi organizzo per frequentare l'anno dopo.

E così faccio. Quello che non avevo "programmato" era di fare i 9 mesi di lezioni, laboratori e tirocinio con un nuovo pancione che mi accompagna in silenzio fino alla fine.

E infatti discuto la tesi 3 giorni dopo il parto!

Non è facile ma posso contare sull'aiuto della mia famiglia o, più precisamente, su marito e sulle nonne. I nonni non ci sono più: il mio papà manca già da qualche anno, mio suocero non ha saputo nemmeno di questa nuova vita che stava arrivando e che ha preso il suo nome. Grazie all'aiuto delle nonne (nel frattempo ci siamo trasferiti a casa di mia suocera per non lasciarla sola, dopo la perdita del marito) sto lavorando: ho accettato una supplenza in una scuola superiore come docente di sostegno.

Esco la mattina alle 6 con mio marito e torniamo verso le 14,30. Le faccende, quelle poche che riesco a fare, le faccio di notte. Nel pomeriggio sono "mamma" e mi godo i miei tesori.

Le 2 sorelline giocano insieme ma hanno bisogno delle loro attenzioni e di coccole (e guai a non farle!).

Il piccolo ancora di più: le prime settimane rifiutava il biberon e mi aspettava affamato di latte. E poi li metto sul lettone e li vedo rotolarsi, saltare, nascondersi sotto le coperte a fare cucù al fratellino, che a modo suo cerca di partecipare. Me li sbaciucchio e me li stringo ma è quando li vedo cercarsi e abbracciarsi che sono sicura di aver regalato loro un dono dal valore incalcolabile, l'amore di un fratello/sorella. La mia stanchezza (e quella del papà, chiaramente) passa in secondo piano. Lo stesso i miei chili di troppo e il ciambellone che mi ritrovo in vita... ho rinnovato il guardaroba in un negozio per taglie "comode". E il domani? Ci saremo e loro saranno forti e uniti. Lo so, anch'io ho 2 fratelli.

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