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I dati ci dicono che c'è ancora molto da fare: in Italia, una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni, è stata vittima nella sua vita dell'aggressività di un uomo e sono più di 700 mila quelle che hanno subito violenza, la maggior parte di loro ha fra i 16 e i 24 anni. Il dato non migliora nel caso del lavoro, sottopagato per le donne in generale e reso impossibile per le mamme.
Secondo i dati Istat, infatti, 702 mila occupate con figli minori di 8 anni, dichiarano di aver interrotto l’attività lavorativa per almeno un mese dopo la nascita del figlio più piccolo (il 37,5% del totale delle madri occupate), mentre tra le madri che hanno fra i 25-54 anni, la quota di occupate è pari solo al 55,5%, contro il 90,6% dei padri.
L'8 marzo, oltre a ricordarci il valore delle donne nella società, deve servire per non dimenticare che c'è tanto da fare nella nostra società in cui le donne e le mamme sono ancora discriminate rispetto agli uomini. Essere mamma non esclude l'essere donna che lavora, per questo è necessario pensare un modello lavorativo differente attraverso cui le mamme possano essere donne lavoratrici senza ostacoli è conflitti.
Donna è mamma, per cui care amiche, tanti auguri!
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