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Cos’è l’esame e in cosa consiste?
Villocentesi: si preleva una certa quantità di villi coriali, che derivano dall’ovulo e per questo presentano lo stesso patrimonio genetico dell’embrione. L’esame si effettua per mezzo di un ago inserito nell’addome della mamma che aspira, per circa 10 secondi, il “materiale” di cui si ha bisogno. Il tutto viene effettuato sotto stretto controllo ecografico. È un esame indolore e dopo il prelievo, la sostanza viene divisa in preparato “diretto”, utilizzato subito e preparato “colturale”, ossia le cellule (villi) vengono messe in coltura per far si che si moltiplichino per effettuare l’indagine e avere un risultato ancora più certo. Si esegue intorno alla decima/tredicesima settimana di gravidanza.
Amniocentesi: viene effettuato allo stesso modo della villocentesi con l’introduzione dell’ago nell’addome della mamma, ma prevede il prelievo di liquido amniotico. L’aspirazione viene effettuata in qualche secondo e viene eseguita tra la 16esima e 18esima settimana>.
Le cellule vengono messe in coltura e l’esito si avrà dopo 15 giorni circa. In alcuni casi, come ad esempio quando l’amniocentesi viene eseguita tardivamente (intorno alla 20esima settimana), si può effettuare un’analisi subito dopo il prelievo ed ottenere un risultato immediato – dopo circa 24/48 ore- che rivela solamente la presenza (o meno) delle malattie genetiche più diffuse come la trisomia 21, 18, 13, X, Y.
Vantaggi
Villocentesi: uno dei vantaggi è quello della quasi immediatezza del risultato, in effetti anche dopo solo 7 giorni è possibile conoscere la conformazione del patrimonio cromosomico del piccolo e prendere una decisione. Prima dell’esame è necessario solo astenersi da rapporti sessuali ed evitare sforzi fisici.
Amniocentesi: a differenza della villocentesi può essere eseguita in quasi tutti i centri ospedalieri ed è attendibile al 100%.
Dopo alcuni giorni dall’esame è bene astenersi dai rapporti sessuali.
Svantaggi
Villocentesi: uno degli svantaggi può essere un esito non veritiero dell’esame che deriva dal fatto che potrebbero comparire alterazione cromosomiche che in realtà il feto non ha, ma che compaiono solo nelle cellule dei villi. Questo fenomeno viene detto “mosaicismo confinato”. Può succedere perché le cellule della placenta crescono velocemente per fissarsi alle pareti dell’utero. Questo può dar luogo allo sviluppo di cromosomi anomali. In tal caso è consigliato procedere con un’amniocentesi.
Amniocentesi: ha una risposta più tardiva rispetto alla villocentesi. Nel caso l’esito fosse negativo e la mamma volesse non continuare la gravidanza, l’aborto avviene con un parto vero e proprio.
Quali sono i pro e i contro di questi esami? Le nostre mamme ne parlano sul forum!
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