I campanelli d'allarme sono facilmente individuabili secondo gli specialisti. Al primo posto si trovano episodi di ansia o depressione durante la gravidanza o una storia personale o familiare di depressione (81%). A seguire, precedenti casi di depressione post partum (78%), isolamento o condizioni socioeconomiche svantaggiate (63%) e problemi con il partner (58%).
«Nonostante i dati che attestano la diffusione della problematica post partum - continua Vittori - il rischio di sviluppare depressione viene valutato di routine solo dal 30% dai ginecologi durante gli incontri pre-parto. Dopo, solo nel 45% delle strutture è previsto un monitoraggio delle mamme “a rischio”. E il tempo dedicato all'informazione prima della dimissione è inadeguato per il 72% dei ginecologi».
depressione post partum
Antonio Picano
vergogna
Oggi non esiste una protezione reale per il bambino e per la donna
mamma di Passo Corese
ndr
Secondo il Moige, tuttavia, il Tso è «una soluzione estrema». Si dovrebbe invece «offrire a queste mamme in difficoltà una maggiore assistenza».
«Fermamente contraria» all'uso del Trattamento sanitario obbligatorio Maria Burani Procaccini, già presidente della Commissione Bicamerale Infanzia e membro dell'esecutivo del Movimento Bambino. «Pensarlo come fatto risolutivo è una cosa semplicemente assurda - afferma - se dietro non c'è un lavoro preventivo»
Voi cosa ne pensate, mamme?
Foto di janet isn't real