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Trisomia 10 e incompatibilità con la vita: ho ascoltato il mio cuore e non ho abortito

di mammenellarete - 19.10.2020 - Scrivici

orsetto
Fonte: Shutterstock
Una malattia genetica rara diagnosticata durante la gravidanza: la Trisomia 10. Incompatibilità con la vita, l'idea (non nostra) di un aborto all'estero perché non più possibile in Italia dato che ero di quasi 25 settimane.  Non è stato facile dimenticare i mesi di gravidanza, ancora oggi mi capita di pensarci e piangere. Ma sono contenta di aver ascoltato il mio cuore e di non aver fatto l'aborto.

In questo articolo

Sono rimasta incinta di mio figlio quando non me lo aspettavo.

Non eravamo sposati lo dovevamo fare ad aprile e invece a novembre scopro di essere incinta. Tra stupore e gioia decidiamo di anticipare il matrimonio perché almeno sarei entrata nel vestito.

Ci sposiamo a marzo. Intanto la gravidanza procedeva bene, ero di 20 settimane e avevo saputo di aspettare un maschietto.

Una settimana dopo il matrimonio mi reco a fare l'eco morfologica, e da lì inizia il periodo più brutto della mia vita. La dottoressa si accorge che ho poco liquido amniotico e il bambino non cresce. Quindi senza allarmarsi troppo mi mette a riposo e mi consiglia di bere tanto per fare un ulteriore eco dopo tre giorni.

Dopo tre giorni mi reco in ospedale e c'è un suo collega a cui aveva chiesto un parere, mi fa l'eco e vede le stesse cose. Quindi per escludere malattie genetiche mi consigliano di fare i prelievi per la fibrosi cistica e una villocentesi d'urgenza, e infatti lo stesso giorno mi trovo un ago infilato. Ho paura perché so che è un esame invasivo che potrebbe provocare un aborto. Intanto passano le settimane e noi siamo lì ad aspettare l'esito. Quando arriva non è bello. Mio marito risulta portatore sano di fibrosi e dalla villocentesi esce la diagnosi di una malattia genetica rara: la Trisomia 10.

Quella diagnosi mi fa sprofondare. Inizio a cercare notizie su questa malattia ma non c'è nulla. E' incompatibile con la vita. Non ci sono casi documentati. Non so cosa pensare. Nel frattempo mi mandano in un altro ospedale per fare un amnioinfusione e aumentare il liquido. Passo una notte lì, mi infondono 250 ml di liquido, mi dimettono. Dopo una settimana controllo. Al controllo il liquido era sparito e il bimbo non cresceva per niente.

Io ero quasi di 25 settimane, mi fanno parlare con la genetista che mi elenca tutte i rischi a cui potrebbe andare incontro mio figlio e che sarebbe anche potuto morire in utero. Non sanno cosa fare anche perché ormai non era più possibile fare aborto perché era illegale. Sarei dovuta andare all'estero.

Io in quel momento mi sento sprofondare. Non voglio abortire...

In cuor mio ho pensato: "Io non lo ammazzerò questo bambino, preferisco che sia la natura a fare il suo corso". Io e mio marito però non ci arrendiamo nonostante la stanchezza. Cerchiamo un bravo ginecologo di cui avevamo sentito parlare, lui fa l'eco e conferma tutto, ma dice che la malattia genetica potrebbe essere a carico della placenta ma non possiamo esserne certi fin quando il bimbo non nascerà... Né sapere quali problemi possa presentare.

Sospetto di trisomia 21. Ho ascoltato il mio cuore

Le settimane passano. Il dottore dice di arrivare almeno a 32 settimane per farlo nascere. All'improvviso il liquido amniotico sembra aumentare, lui è sempre piccolino ma piano piano cresce... riusciamo ad arrivare a 36 settimane e il dottore decide di indurmi il parto.

Un lunedì mattina di giugno dopo 5 ore di travaglio nasce il mio bimbo. Non piange, ma emette solo un colpo di tosse, non me lo fanno vedere, lo portano via subito perché devono aiutarlo a respirare. Mi dicono che sta bene e pesa 2020 grammi. Mi sento stanca e vuota. Era nato, ma io non sapevo come fosse e se stava bene. Dopo tre ore andiamo in terapia intensiva e lo vediamo in incubatrice pieno di fili e tubicini, mi dicono che sta bene e che deve essere aiutato un po' con l'ossigeno, ma dobbiamo ancora aspettare l'esito del cariotipo per escludere la sua malattia genetica.

Dall'aspetto non mostra nessuna anomalia, infatti è bellissimo.

Uno scricciolo. Passano i giorni e lui migliora sempre di più, passa dall'incubatrice alla culla, i fili e i tubi diminuiscono. Arriva anche l'esito del cariotipo. Quel giorno non lo dimenticherò mai quando il dottore mi disse: "Signora il cariotipo è normale.... suo figlio è sano". Quel giorno sono rinata.

Lui migliora e prende peso. Ci dimettono e dopo 20 giorni torniamo a casa. Oggi il mio bimbo ha 13 mesi ed è un bimbo stupendo, sveglio e attivo... il mio miracolo.

Non è stato facile dimenticare i mesi di gravidanza, ancora oggi mi capita di pensarci e piangere. Ma sono contenta di aver ascoltato il mio cuore e di non aver fatto l'aborto.

di mamma Rosa

(storia arrivata a redazione@nostrofiglio.it)

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