Esattamente un anno e mezzo fa, scoprii di essere incinta della mia piccola cucciola.
La gravidanza non fu assolutamente cercata. Ero però fidanzata con il mio compagno da oltre 12 anni, convivevamo da otto. Non eravamo proprio ragazzini. Io avevo 32 anni, 35 lui: non usavamo alcun tipo di precauzione e quindi, a parte lo shock iniziale, sapevamo benissimo che sarebbe potuto accadere prima o poi.
Quindi accogliemmo subito la notizia con una gioia immensa. La gravidanza andò abbastanza bene, un po' di ansie da "primo figlio", ma chi è che non le ha avute? Fortunatamente andò tutto bene e a gennaio finalmente nacque la nostra splendida topolina. Da quel momento capii che per lei avrei potuto fare qualunque cosa, tanto l'amore incondizionato che provavo e che provo.
Così dopo la gravidanza decisi di fare dei controlli a un neo che tutti, dal mio compagno alla mia amica/sorella d'infanzia, continuavano a dirmi di far vedere. Beh, in pratica andò così: mi visitarono e il giorno dopo... ero già in sala operatoria per una rimozione d'urgenza. In parole povere era un melanoma, le cellule cancerogene stavano "mangiando" la pelle.
Questo accadde a febbraio e a marzo dovetti affrontare la seconda operazione. Ma nonostante tutto sono sempre stata ottimista. Avevo la mia bambina che mi dava tanta forza e ogni volta che ero giù o spaventata mi bastava un suo sguardo e tornava tutto a posto.
Dopo le prime due operazioni fui inserita in un programma per chi aveva rimosso un melanoma. In pratica ti seguivano da vicino e ti facevano fare continui esami per tenere tutto sotto controllo per i primi 10 anni.
Alla prima visita il dottore mi spiegò tutto ciò che stava accadendo e mi proibì l'uso della pillola, perché avrebbe potuto modificare gli ormoni ed era molto pericoloso per gli altri nei.
Mi raccomandò di non cercare gravidanze per i primi 2/3 anni di esami. Ma la sorte decise diversamente.
Quest'estate, nonostante il preservativo, sono rimasta incinta. Non immaginate la disperazione di questa scoperta. Oltre al medico che mi segue, ho sentito altri quattro dottori diversi per trovare soluzioni ALTERNATIVE. Ma tutti mi hanno detto che c'è un unica soluzione. Io proprio non voglio, non ce la faccio.
Anche la mia ginecologa dice che ho una figlia e devo pensare a lei. Per lei darei la mia stessa vita, ma anche quello che porto in grembo è comunque mio figlio. Anche se non è ancora qui in pelle ed ossa, nonostante tutti i rischi che mi hanno prospettato, io non riesco a farmene una ragione.
So che non sarebbe dovuto accadere, che nel 2015 non deve accadere, mi prenderei a bastonate da sola, ma è successo, quel dannato preservativo si è rotto ed io non riesco a prendere questa maledetta decisione.
A sentire il mio compagno non abbiamo scelta, ma è una cosa che devo affrontare io, lui può starmi vicino, ma sono io a doverlo fare. So però che ne morirei dentro. So benissimo che probabilmente pensando al futuro e a quello a cui vado incontro la scelta migliore per mia figlia è una solamente, che lei non ha colpe ed ha tutto il diritto di avere una mamma che la cresca in salute e soprattutto viva e vegeta, ma questo non cambia il fatto che ora non riesco a decidermi sull'interruzione della gravidanza.
Neanche lui/lei ha nessuna colpa, anche lui/lei ha il diritto di venire al mondo ed io proprio non ce la faccio a decidere nonostante tutti i dottori unanimi dicano la stessa cosa. Ho scritto questa lettera soprattutto per uno sfogo personale.
di mamma anonima
(storia arrivata all'indirizzo e-mail di Nostrofiglio.
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Aggiornato il 29.08.2017