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Mamma di una bimba mai nata

di mammenellarete - 03.02.2020 - Scrivici

cuore-feto
Fonte: shutterstock
Una gravidanza cercata e subito arrivata. Il viaggio in ospedale per andare a partorire. Quel tracciato e quelle parole "non c'è battito". La mia bambina era morta e io volevo morire con lei. Ho rischiato la vita per mettere al mondo esattamente un anno dopo la mia Angela... lei ha fatto molto per me, ma aime' la mia ferita è sempre sanguinante.

In questo articolo

Un figlio....

ecco mi chiedo cosa possa volere una donna di trenta anni che ama terribilmente suo marito e che pensa solo a soddisfare la sua smania egoista di essere nuovamente madre.

Così mi sentivo quando proposi a mio marito di avere un altro figlio dopo cinque anni dal nostro primogenito Stefano.

"E' il momento giusto" mi rispose e così tutto ebbe inizio.

Una gravidanza cercata e subito arrivata

Ironia della sorte rimasi subito incinta... il mese dopo, ed ero pronta, davvero pronta a vivere la mia neo-esperienza di mamma-bis.

Non voglio dilungarmi in dettagli anche se si tratta della mia vita ed ogni dettaglio, è indispensabile per me, per una donna che alle soglie dei quaranta ancora oggi non si dà pace.

Intorno al secondo mese di gravidanza, in uno dei miei tanti sogni bellissimi, mi è apparso mio suocero morto un anno prima di un tumore fulminante. Nel sogno mi dice che la bambina sarebbe stata una femmina... la teneva in braccio e che avrebbe tanto voluto si chiamasse come lui.

Racconto l'indomani a mio marito tutto e lui mi dice no! Mio padre si chiamava Angelo e non mi sento di metterle il suo nome... ma tanto vedrai che avremo un altro maschietto. E' inutile dirvi l'immensa gioia nello scoprire che invece si trattava di una femmina, ed io e la mia vocina guida lo sapevamo, lo abbiamo sempre saputo. Non posso, non sono in grado di esprimere ciò che provavo... la soddisfazione, il senso di pienezza, un benessere che solo chi è donna può capire.

Per il nome non c'è stata discussione... il mio sogno come tanti altri non fu preso in considerazione... d'altra parte era solo un sogno.

Si chiamerà Federica!!!

Bene tutte le mamme in attesa preparano ricami e fiocchi e quant'altro possa servire ad un neonato.

.. io non sono da meno, amo le sfide con me stessa e sono sempre in competizione con le mie capacità.

Tutto è pronto per il parto

E' tutto pronto, ma non sono una primipara! So che significa avere un figlio, quindi mi sento serena ignara del fatto che una parola possa chiudere la tua vita in un barattolo per sempre.

Si perché quando mi reco in ospedale pronta per partorire il 22 luglio di sera tarda, vengo subito portata in travaglio e in un attimo vedo un movimento di occhi tra le operatrici che capto subito, subito capisco ma che cosa può succedere in un momento così speciale? Sta per nascere la creatura che per nove mesi ha condiviso ogni mia gioia ed ogni mio dolore.

Vengo lasciata in attesa nella stanza travaglio... fisso il soffitto finemente decorato da stencil con nuvolette ed angioletti, cicogne e il tutto mi rende felice... gioisco. Ma poi mi allacciano al tracciato nell'attesa di ascoltare il battito di mia figlia. Ancora oggi ricordo quel rumore mancante... anomalo e le lacrime in un attimo mi solcano il viso senza che io possa impedirlo. Fisso le nuvole disegnate... cerco un cenno, una risposta, io rimango fissa nel vuoto.

Non c'è battito

"Non c'e' battito, signora. Mi dispiace... la sua bambina è morta!"

Io voglio morire con lei... sì, io voglio morire con lei!

Smetto di pensare e se avessi potuto anche di respirare... mi fisso solo sulle nuvolette disegnate nel soffitto implorando il signore di portarmi via. In un attimo tutta l'equipe era intorno a me: "Signora, ora lei deve partorire... noi l'aiuteremo, ma lei deve farcela".

No... No, io non posso....perché a me...! Sì, a me, a me è toccato partorire una figlia che sapevo già era morta. Come ho potuto non accorgermi? Come ho potuto permetterlo? Voglio abbandonarmi senza forze.

.. voglio morire così, ma così non si muore.

Ho dovuto partorire

Ho dovuto partorire per regalare mia figlia ad una triste bara bianca.

Io ricordo il suo viso sereno con disegnato un sorriso e il suo profumo... lo ricordo tutt'ora, il modo in cui l'ho salutata con un bacio e il suo tepore lo sento sulla mia bocca.

Era bellissima.

Tutte le ragazze della sala operatoria piangono e si nascondono sotto le mascherine ma io le vedo.... senza forze mi abbandono domandandomi ancora come posso aver lasciato morire dentro di me mia figlia?

Cosa ho fatto... sono stata io?

No, non c'e nulla che lei avrebbe potuto fare mi dicono... è stata una trombosi al cordone ombellicale poche ore prima delle contrazioni.

Tutto ciò che sono svanisce, io come donna, come umano, e come madre, disintegrata in un istante.

NON ho più lacrime... vorrei, ma non scendono. Poi sento lui, mio figlio Stefano, la mia forza... la mia vita e mi una sola semplice domanda: "Dov'e Federica mamma?"

Leggo la delusione nei suoi occhi, ho fallito anche in questo, non sono stata capace di dare la vita alla mia creatura!!

Ed è nei suoi occhi, in quel rammarico profondo che io ho trovato la grinta per non lasciarmi andare...

Esco dall'ospedale con un certificato di morte

Esco dall'ospedale con un certificato di morte e come una ladra scappo dalla mia vita.

Ancora oggi ho stampato lu sorriso troppo rilassato dal sonno eterno. Ancora oggi piango... non mi do pace per le colpe che non ho... che non so e per la figlia che ho perduto.

Piango perché nessuno mi ha chiesto... nessuno mi parla di questo... è un tabù e nel mio dolore sono sola.

Il sogno era un caso? Doveva chiamarsi Angela la bambina? E' una domanda che continuamente mi rulla in testa.

...

Ma ho fatto in modo che questo sogno non potesse più essere un incubo e l'ho trasformato in realtà.

Un anno dopo è nata Angela

Ho rischiato la vita per mettere al mondo esattamente un anno dopo la mia Angela... lei ha fatto molto per me, ma aime' la mia ferita è sempre sanguinante.

Il coraggio di una madre va ben oltre questo, ed io lo so ma voglio donare speranza per chi si arrende... per chi rimane senza armi difronte alla vita, per chi rimane chiuso dentro un barattolo per sempre.

di mamma Tiziana

(storia arrivata a redazione@nostrofiglio.it)

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