Il 31 dicembre 2013 scopro di essere incinta primo figlio.
Eravamo felicissimi, gravidanza bellissima senza nessun problema: mai una nausea, un disturbo, anche se ero in ansia per ogni cosa.
Arrivo a termine facendo tutto ciò che avevo sempre fatto, il giorno che ho rotto le acque ho preparato la scritta da esporre all'esterno per la nascita della nostra piccola. Purtroppo rompo il sacco in alto e le contrazioni non partono, aspettiamo, ma alla fine devono indurre il parto: 27 ore di contrazioni e nonostante arrivata a 9 cm la bimba non si impegnava perciò decidono per un cesareo d'urgenza.
Anche il post parto è stato ottimo, nessun problema con la ferita e il recupero velocissimo...
Nel 2015 io e il mio ex ci lasciamo e incontro il mio attuale compagno, con 17 anni di differenza e la mia bimba piccola. Decidiamo di prendere le cose con calma, anche se entrambi eravamo decisi ad avere un bimbo nostro...
A maggio dell'anno scorso scopro di essere incinta! Eravamo al settimo cielo, sembrava andare tutto bene.
Una mattina mi alzo per andare a lavoro come tutte le mattine, vado in bagno e perdo sangue come se avessi il ciclo. Ma ero a 6 settimane! Inizio a piangere, corro in camera sveglio il mio compagno che si veste di fretta e corriamo al pronto soccorso dove dall'ecografia si evidenzia un distacco amniocoriale proprio a livello della cicatrice del precedente cesareo, inoltre la placenta era bassa e mi dissero di stare a riposo e progesterone. Ovviamente non c'erano certezze, non si poteva fare di più.
E così iniziano delle settimane interminabili e durissime, con una bimba di quasi 2 anni che richiede attenzioni e tu che non puoi prenderla in braccio, giocare con lei come prima...
Ho pianto tanto perché le perdite continuavano nonostante gli ovuli e il riposo.
A 12 settimane ho l'ecografia prenotata per il bi-test e finalmente la buona notizia: il distacco si è riassorbito ma la placenta resta bassa.
Purtroppo con l'estate iniziano i problemi di pressione e glicemia basse.
A fine luglio decidiamo di partire per far visita alla sua famiglia in Finlandia e in aeroporto poco prima di salire in aereo svengo, il mio compagno mi accompagna a terra perché perdo conoscenza per qualche secondo... mi riprendo subito e dopo i controlli decido di partire ugualmente. Tutto fortunatamente va bene. Al rientro dalle analisi il ferro e l'emoglobina iniziano a scendere, inizio a prendere il ferro oltre al classico integratore. Purtroppo sono microcitemica e possiamo solo controllare non scenda troppo.
Arrivo all'ottavo mese e inizia la sciatica, non riuscivo a camminare e la sola tachipirina non mi faceva nulla, anche dopo le sedute di osteopatia non avevo beneficio. Fortunatamente entrata nel nono mese il dolore mi lascia... passo le ultime settimane stanca ma meglio, fino all'inizio dei prodromi, giorni in cui avevo contrazioni dolorose ma irregolari...
Fino a quando, dopo una notte di contrazioni, decido di partire per l'ospedale; avevo scelto una struttura pro Vbac per provare ad avere un parto naturale.
Arrivo, ma non è ancora il momento. Essendo lontana dall'ospedale mi tengono in osservazione. In 2 ore sono a 2 cm di dilatazione.
Da lì tutto si blocca e il giorno dopo decidono di rompere le acque per accelerare un pochino. Ho moltissimo liquido. Alle 9 rompono il sacco e alle 12:30 iniziano le contrazioni forti e regolari. Mi visitano e sono a 4 cm, decidono di tenermi in sala parto.
Alle 17 chiedo l'epidurale per poter arrivare alla fine riposata.
Alle 19 circa sono arrivata a dilatazione completa, inizia la fase espulsiva, ma il bimbo ha la testa ruotata non in una posizione favorevole. Proviamo a farlo ruotare ma si incanala comunque leggermente storto. Da lì calvario, dolori alla schiena indescrivibili, anche con una seconda dose di anestesia, non riesco a spingere con efficacia a causa del dolore, vedono la testa, ma non riesco a spingere più.
Dopo 2 ore ero distrutta. Decidono per la ventosa anche se la sala operatoria era allertata. Riescono a far uscire la testa e con 3 ore di spinte nasce il mio piccolo, con un funicolo cortissimo. Tra lo stupore di tutti non aveva mostrato nessun segno di sofferenza, era bellissimo ed io ero distrutta.
Purtroppo il mio utero era stanco e non si contrae a dovere. Con l'uscita della placenta esce di colpo molto sangue, ne perdo circa 1 litro e 300 e cercano le vene per farmi flebo e prelievi ma non riescono.
Purtroppo le mie vene sono piccole e fragili e si rompono. Alla fine decidono per fare sul piede il prelievo.
Ho solo delle lacerazioni di primo grado e dopo il pelle a pelle ed avermi sistemata mi accompagnano in camera.
Purtroppo la mia emoglobina scende da 100 a 84 e poi a 74, decidono per delle flebo di ferro ma con le mie vene è durissima. Alla seconda flebo, il ferro va fuori vena come la salina e il mio braccio si gonfia. Pensano possa esserci una trombosi superficiale, ma fortunatamente tutto si risolve in un paio di settimane...
Fortunatamente tutto è andato bene e ad oggi ho i miei stupendi bimbi.
Noi mamme possiamo soffrire tanto per amore dei nostri figli, siamo guerriere e lotteremo sempre per loro...
di mamma Elisa
(Storia arrivato come messaggio privato sulla pagina Facebook di nostrofiglio.it)
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