Ti potrebbero interessare anche...
- Il toxtotest>>
- I controlli prima del concepimento>>
- Tutti gli esami da realizzare durante la gravidanza>>
È un’infezione derivante da un parassita, presente in uccelli e mammiferi. Arriva in sordina, nel senso che la sintomatologia è molto simile a quella di un raffreddore, ma, purtroppo, può attraversare la placenta, raggiungendo il feto e danneggiandolo: il bambino potrebbe nascere con anomalie cerebrali, oculari, neurologiche e potrebbe essere soggetto a calcificazioni intracraniche.
La prevenzione
- Innanzitutto, già al primo mese di gravidanza bisognerebbe sottoporsi al toxo test ed effettuarlo periodicamente durante la gestazione. Se, dalle analisi effettuate risulta un’alta percentuale di anticorpi, la possibilità di contrarre il batterio è nulla e quindi, qualora la mamma venisse a contatto con il Toxoplasma gondii, non ci sarebbe alcun rischio di contrarlo e , quindi, si trasmetterlo al feto;
- la carne va ben cotta e bisognerebbe lavarsi accuratamente le mani, in seguito al contatto con carne cruda. Da ricordare, inoltre, che alcuni insaccati, come prosciutto, salsicce, salame sono fatti di carne e cruda e, per questo, andrebbero evitati;
- il gatto, attraverso i suoi escrementi, è uno dei mammiferi che maggiormente può trasmettere questo tipo di batterio. Purtroppo non esistono vaccini contro questa infezione, per gli animali. L’accorgimento (qualora vi fosse un gatto in casa e voi non siete immuni dall’infezione) è quello di nutrire il felino con cibi bolliti o in scatola, impedendo gli di andare a caccia. Pulire la lettiera con i guanti;
- lavare con cura frutta e verdura, magari aggiungendo un pizzico di bicarbonato che presenta potere disinfettante;
- anche alcune spezie possono trasmettere questo parassita, poiché vengono contatto con la terra. Accorgimento: ridurre al minimo il loro utilizzo.
La cura
Quando si contrae il Toxoplasma, ci sono possibilità di danni fetali, ma non è detto che questi si verifichino con certezza e che siano gravi.
Essendo un batterio l’artefice della Toxoplasmosi, va trattato con terapia antibiotica.
Inoltre, bisogna rivolgersi ad un centro specializzato per effettuare un’analisi su liquido amniotico o su sangue del cordone ombelicale.
Anche al momento della nascita è opportuno ed “obbligatorio” eseguire dei controlli sul neonato e, ove necessario, bisognerebbe cominciare una terapia per ridurre il danno tardivo dell’infezione.
Alcuni bambini, che hanno contratto questo batterio, possono risultare asintomatici, per cui andrebbero effettuati dei controlli , come visite oculistiche e neurologiche, anche dopo il primo anno di vita e per almeno dieci anni.
Raccontaci la tua esperienza sul nostro forum "Aspetto un figlio"!
Ti potrebbero interessare anche...