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La storia del mio parto naturale: "Una delle esperienze più belle della mia vita"

di mammenellarete - 21.07.2015 - Scrivici

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Fonte: Alamy.com
Ho ventitré anni e ho partorito l'anno scorso mio figlio in modo naturale . Scrivo la mia storia perché voglio raccontare la mia esperienza meravigliosa. La nascita di mio figlio fu un evento indimenticabile: i miei occhi non avevano visto creatura più bella e le mie orecchie non avevano mai sentito suono più bello come il suo pianto. Piangevo dalla felicità: il mio amore era lì e stava bene. 3080 gr per 50 centimetri di bellezza.

Sono una ragazza di 23 anni. Conobbi il mio fidanzato sei anni fa e iniziammo a praticare il coito interrotto dopo due anni di fidanzamento. Ci dicevamo che se fosse capitato, saremmo stati felici. A marzo 2014 decidemmo la data del nostro matrimonio, che sarebbe stato nel mese di settembre del 2016.

Il ciclo doveva arrivare il 30 settembre 2014: giunsero delle macchioline marrone chiaro e ovviamente pensai che erano le prime manifestazioni delle mestruazioni, anche perché non avrei potuto pensare altro. Eppure avevo mal di pancia e il ciclo non compariva. Il 3 ottobre decisi di fare il test di gravidanza e subito risultò positivo. Piansi e pensai: "e ora come facciamo?"

Chiamai il mio fidanzato e glielo comunicai. Lui rise dopo essere venuto a conoscenza della lieta notizia e mi disse di stare tranquilla, poiché sarebbe andato tutto bene. Andai a svegliare mia sorella: anche lei rise e mi disse di andare a comprare un'altro test.

Io uscii e ne comprai un'altro: risultò anch'esso positivo. Lo dissi subito ai miei genitori. Mia mamma all'inizio non la prese bene, ma poi mi disse: "ormai c'è ed è tuo". Mio papà non mi parlò per qualche giorno. In quella settimana il mio ragazzo venne a stare a casa mia. Io ero di 4 settimane più 4 giorni.

I giorni passavano e alla sesta settimana ebbi dolori forti e perdite di sangue. Pensai: "se ne sta andando, l'ho perso!" Pregavo Dio che fosse un problema insignificante e sperai di non dover soffrire ancora. Stavo malissimo guardando quel sangue.

Andai al pronto soccorso con mia mamma. Mi visitarono e mi dissero: "Eccolo signora, qui c'è il feto e il cuore che batte". Ma non me lo fecero sentire. Dopo una settimana andai dal mio ginecologo, il quale mi visitò e finalmente mi fece sentire il cuoricino. Le mie orecchie non avevano mai udito suono più bello: mi emozionai tantissimo.

Le settimane passarono velocemente. Nel frattempo mi sposai in comune, diventando la moglie dell'uomo di cui ero innamorata il 28 gennaio 2015. Il tempo passò e la pancia crebbe. Scoprimmo che aspettavamo un maschietto. Dava tantissimi calci: era una piccolo terremoto.

Alla ventiseiesima settimana mi sentii strana: avevo mal di pancia, la quale si induriva spesso. Avevo inoltre contrazioni ogni 10 minuti. Mia mamma decise di portarmi in ospedale e li si accorsero che avevo l'utero "accorciato e morbido".

In seguito decisero di mandarmi in un ospedale più attrezzato nel caso di nascita prematura. Avevo il cuore spezzato e pregavo che il bimbo non nascesse. Era presto, decisamente troppo presto. Mi fecero tantissime flebo e punture di Bentalan per preparare i polmoni del mio piccolo.

Dopo una settimana mi mandarono di nuovo a casa perché l'utero si era allungato, ma le contrazioni c'erano: erano cinque più o meno durante il giorno. Il mio ometto aveva deciso di fare il bravo, mentre io stavo stavo a riposo. Mi alzavo solo per mangiare e per andare in bagno.

Passarono altre settimane e tutto procedeva per il meglio. A 33 settimane tornarono le contrazioni ogni 10 minuti. Andai di nuovo in ospedale (in quello più attrezzato): avevo infatti contrazioni al 90 %, che non facevano però tanto male. Mi controllarono e verificarono che avevo l'utero accorciato, morbido e con un centimetro di dilatazione.

Ero preoccupata perché era sempre presto, ma nello stesso tempo ero tranquilla perché un'ostetrica mi aveva spiegato che se il piccolo voleva nascere poteva farlo, perché già era pronto in tutto. Mi fecero di nuovo le flebo. Dopo una settimana decisero di rimandarmi a casa, dicendomi che dovevo stare in assoluto riposo almeno fino a 37 settimane.

Giunta la trentottesima settimana andai in ospedale per il tracciato. Avevo contrazioni ogni 10 minuti, ma non le sentivo. Finii il tracciato e mi rimandarono a casa senza neanche visitarmi.

Quella stessa sera, mentre cenavo, mia mamma mi guardò e mi disse: "Sei strana, stasera andiamo a letto presto prima che succeda qualcosa. Domani almeno avrai qualche ora di sonno".

Alle ore 5.15 della mattina, alla trentottesima settimana più un giorno, ebbi un dolore forte di pancia e pensai che fosse qualche movimento strano del bambino. Alle ore 5.30 ebbi un altra fitta e da lì i dolori di pancia e di schiena non finirono più. Decisi di aspettare e mi accorsi che avevo contrazioni ogni 2-3 minuti.

Aspettai un po' e alle 6.30 decisi di andare a casa di mia mamma. Le dissi: "Mamma, forse ci siamo". Corremmo in ospedale e arrivammo alle 7.15. Lì mi visitarono, io ero dilatata circa tre centimetri. Mi portarono subito in sala travaglio. Alle 8.15 venne il mio angelo, ossia un' ostetrica fantastica che mi controllò dicendomi: "Gioia siamo già a sette centimetri, se senti di dover spingere, fallo".

Io spinsi... e mentre stavo spingendo ruppi le acque. Lei subito disse: "Chiamate il suo ginecologo, perché ci siamo!" Vidi arrivare il mio ginecologo e tutti mi dissero che sarei dovuta andare in sala parto. Io mi alzai dal letto e iniziai a camminare. L'ostetrica mi fermò e mi disse: "Dove stai andando? Sali sulla sedia a rotelle". Alle 9 entrai in sala parto.

Spingevo e urlavo e chiedevo di aiutarmi perché non ce la facevo più. Ero sfinita. Loro mi dicevano di spingere senza urlare, perché così spingevo più forte. Ma non riuscivo a non urlare. Mio marito era dietro la porta e sentiva tutto. Volli mia mamma con me in sala parto perché sapevo che poteva darmi più forza, infatti così fu. Mi aiutò tantissimo.

Alle 10:07 iniziai a spingere senza urlare... quando all'improvviso spinsi più forte e sentii quasi come una "liberazione". Non provavo più dolore; la testa era uscita.

Dovevo effettuare un'altra spinta e anche il corpicino sarebbe uscito fuori. Così fu. Lo misero sul mio petto. Era piccolo e rosa e piangeva. Avevo paura che scivolasse. Era bellissimo: aveva i capelli chiari.

I miei occhi non avevano visto creatura più bella e le mie orecchie non avevano mai sentito suono più bello come il suo pianto. Piangevo dalla felicità: il mio amore era lì e stava bene. Il piccolo non era prematuro e stava benissimo. 3080 gr per 50 centimetri. Fecero entrare mio marito, che se ne andò con il bimbo in pediatria.

Mio marito gli scattò foto e video. Era bellissimo il mio amore. Dopo che il piccolo fu vestito e dopo che anche i dottori terminarono di "cucirmi", mi fecero uscire con il bimbo dalla sala parto.

Tutti piangevano dalla felicità, compreso mio papà. Adesso guai a chi tocca il suo principe! Il mio ometto ha quasi 2 mesi. Se potessi tornare indietro, lo rifarei altre 1000 volte. Soprattutto il parto perché è stato una delle esperienze più belle della mia vita.

di mamma Agata

(messaggio arrivato all'indirizzo email redazione@nostrofiglio.it)

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Aggiornato il 25.09.2017

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