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La nostra piccola guerriera Matilde: per 3 volte i medici mi hanno consigliato di abortire

di mammenellarete - 16.07.2014 - Scrivici

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Vorrei condividere con tutte voi la nostra storia di questi ultimi 8 mesi. Potrà sembravi addirittura una storia di fantasia, ma vi assicuro che è tutto tristemente vero! Tutto ebbe inizio quando il 23 dicembre il mio compagno fermò l'auto davanti alla farmacia, entrò ed usci con 2 test di gravidanza in mano. Avevo un ritardo da 20 giorni, ma essendo abituata ai ritardi non mi preoccupavo più di tanto, poi sotto Natale con pranzi e cene da preparare non ci pensavo nemmeno. Arrivati a casa faccio il test ed era immediatamente, nettamente positivo! Anche il secondo test mi diede la conferma! Festeggiamo, piangemmo di gioia, ma la notte inizi a

stare male, crampi, nausee e giramenti di testa! Così il mattino dopo un amica mi convinse ad andare in ospedale per fare dei controlli... Andammo in un ospedale appena rinnovato alle porte di Milano di cui alcune amiche mamme mi parlarono benissimo!

E così ebbe inizio la nostra odissea: ad una priva ecografia interna non risultava esserci alcun feto. Niente di niente... Così spiegai alla ginecologa (che poi scoprii che essere il primario) che avevo fatto 2 test, entrambi positivi e che ora mai erano 21 giorni di ritardo e chiesi di ricontrollare. Così mentre mi spiegava come funziona un raschiamento e le tempistiche per riprovarci per rassicurarmi, così disse. Ricontrollò! E sorpresa delle sorprese: il feto c'era ed era ben formato e senza alcuna anomalia!

Mi diede appuntamento la settimana successiva perché avremmo dovuto controllare che ci fosse battito...

Andai a casa un po' spaventata ma felice, come mai non c'era il battito? Andava davvero tutto bene?

La settimana successiva, all'ecografia tornai di nuovo nel bel mezzo del mio incubo! Ci dissero che non c'era battito! Che dovevamo fissare la data del raschiamento e che essendo giovani (io ho 28 anni il mio compagno 31 e conviviamo da 8 anni), dovevamo affrontare subito la questione e riprovare dopo un paio di mesi! Io non ci potevo e non ci volevo credere! Con i lacrimoni chiesi all'assistente ostetrica come mai avevo visto una specie di movimento se in realtà non c'era vita dentro di me. Così mentre la ginecologa controllava l'agenda per fissare l'intervento l'ostetrica mi confermo di aver intravisto un movimento... Così rifece l'ecografia e sentimmo il rumore più bello al mondo! Il cuoricino della nostra piccola Matilde batteva all'impazzata! Nessuno si scusò dell'accaduto. Noi eravamo troppo felici per fare polemica e uscimmo con una lista di esami da eseguire!

Feci tutti gli esami. Tutto ok tranne il risultato del test per la toxoplasmosi: IGG elevato e presente IGM presente.

Andai subito dal mio medico di base, chirurgo di pronto soccorso di un famoso ospedale milanese che senza mezze parole mi disse che il 75% di feti che vengono concepiti con toxoplasmosi in atto sono deformi e quindi queste gravidanze non devono essere portare a termine! Così ci mette subito in contatto con l'ambulatorio patologie della gravidanza dell'ospedale Macedonio Melloni dove ci seguiranno fino all'aborto...

Non so dove trovai le forze di parlare, ringraziare e salutare e camminare verso l'auto...

Una volta arrivati davanti alla macchina crollai in un pianto disperato. Per la terza volta ci avevano detto che non saremmo potuti diventare genitori! Per la terza volta in meno di un mese mi sentivo colpevole di quella perdita e di quel dolore incommensurabile!

Passai una nottata tremenda a piangere e disperarmi. A tal punto che mi vennero dei dolori fortissimi al ventre che mi toglievano il respiro. Così ci recammo in pronto soccorso, sempre nello stesso ospedale. Dove mi confermarono una colica intestinale, ma avendo la prima ecografia qualche ora più tardi all'ospedale San Raffaele di Milano, a cui comunque non volevo rinunciare per alcun motivo, firmai le dimissioni e tornai a casa. Arrivati al San Raffaele subito ci sentimmo seguiti, quasi "protetti" ci fecero un sacco di domande che nessuno ci aveva mai posto sulla nostra salute le nostre famiglie, e prima di eseguire l'ecografia dell'11esima settimana mi provarono la pressione (cosa che io non facevo da mesi, avendo sempre auto la pressione abbastanza bassa) avevo 186/136 in pochissimi istanti venni accerchiata da 6/7 medici, arrivo il primario per accertarsi delle mie condizioni di salute e mi portarono d'urgenza in sala monitoraggio per capire cosa stesse succedendo.

..

Mi fecero tutti gli esami e i controlli necessari: elettrocardiogramma, ecocardiogramma addome completo, vista oculistica. Insomma mi rivoltato come un calzino per le seguenti 8 ore! Poi la nefrologa decise di mandarmi a casa con l'holter pressorio (una macchinetta che misura la pressione per l'intera giornata).

Il primario, per tranquillizzarmi decise di farmi comunque l'ecografia, durante la quale spiegai della toxoplasmosi e lui ci disse che per stabilire esattamente il periodo in cui avevo contratto l'infezione (a suo parere 4/5 mesi prima del concepimento) e prima di parlare di aborto esisteva un semplicissimo esame del sangue "test di avidità" che potevo fare anche il mattino seguente! Così feci... Prima di riconsegnare l'holter, che portò altre brutte notizie, feci il prelievo del sangue.

La nefrologa confermo le mie "paure": avevo l'ipertensione ! Ad un livello tale che ero già a rischio gestosi!

Mi dissero subito che era una gravidanza a rischio, che non avrei più potuto lavorare e sottopormi a situazioni di stress, che avrei dovuto fare controlli settimanali e iniziare una terapia farmacologica per riportare la pressione sanguigna a livelli ottimali per non rischiare l'infarto (che nella mia famiglia aveva già colpito 3 volte) e la gestosi (che mia mamma aveva avuto durante la mia gravidanza e che mi portò a nascere a 36 settimane).

Mentre mi diceva tutte queste cose io non potevo far altro che pensare che con la toxoplasmosi che aveva infettato quel piccolo esserino dentro di me non avrei mai potuto affrontare la gravidanza.

Due settimane dopo arrivarono i risultati: l'infezione l'avevo sicuramente contratta più di 4 mesi prima e quindi non avrebbe creato alcun danno alla mia piccina! NON AVREI DOVUTO ABORTIRE! Per la 3 volta aveva vinto lei e la sua voglia di vivere!

A questo punto direte: "Ooohhh, finalmente il lieto fine..."

Invece no.

Dopo arriva l'incubo peggiore di tutta la vita! Dopo 3 mesi di serenità.

Una mattina il mio compagno avverte un forte fastidio al testicolo, io insistito perché vada a farsi controllare dal dottore e lui temporeggia altre 3 settimane, fino a quando, parlando con il vicino di casa e caro amico,si convince ad andare a fare un controllo il lunedì successivo... Durante l'ecografia io ero di fronte ai dottori e quando ho visto le facce che facevano avrei voluto sdraiarmi in una fossa sotto terra per sempre! Educatamente, ma senza perdere troppo tempo con giri di parlare ci fecero capire che aveva un TUMORE! Che andava operato subito e rimosso il testicolo... Così il giorno dopo lo ricoverarono! Mi crolló il mondo addosso! La mia roccia, la mia fonte di vita... Lui che in otto anni di convivenza se aveva avuto la febbre 3 volte era tanto!

Non avrei mai e poi mai pensato di dover associare la parola TUMORE al nome del mio compagno. La presi male! Malissimo. E me ne vergogno ancora oggi perché non ero in grado di dargli la forza di cui lui aveva bisogno! Non facevo altro che pregarlo di non morire....

2 giorni dopo ero in ospedale ad aspettare che tornasse in camera dopo l'operazione. Il chirurgo mi disse che nel male, era andato tutto bene! Non sembrava ci fossero metastasi da nessuna parte e nemmeno l'altro testicolo era stato intaccato.. Avremmo dovuto aspettare la tac per aver conferma. La conferma arrivò il giorno seguente: la tac di tutto il corpo negativa! Ricominciai a respirare!

Affrontammo una serie di visite ed incontri all'istituto dei tumori di milano dove ci fecero capire che per essere fuori pericolo avrebbe dovuto sottoporsi ad una seduta di chemioterapia... Ma prima avrebbe dovuto aspettare 2 mesi per rifare la tac e altri esami per aver la certezza che non ci fosse più nulla in giro.

Così ora siamo qui. Io ricoverata per la seconda volta in ospedale per rialzi pressori spaventosi con picchi di minima a 123 a cercare di non partorire prima della 37esima settimana (sono alla 35+4) e lui che conta i giorni che ci separano dal risultato della tac che farà in settimana!

Quello che ci da la forza di andare avanti, oltre al nostro amore infinito, è l'idea che tra poco avremo qui la nostra piccola Matilde che con il suo arrivo spazzerà via 8 mesi di incubi e tristezza!

Forza Matilde, mamma e papà contano sulla loro piccola guerriera! Ti aspettiamo :)

di Valentina

(storia arrivata per email a redazione@nostrofiglio.it)

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