Buongiorno alla redazione e a tutte le mamme e i papà che fanno parte di questa grande famiglia. Forse la mia storia non è strappalacrime (anche se io sono una di quelle donne che quando legge alcune storie piange come una bambina), ma ho il desiderio di raccontarvi semplicemente il "mio essere madre" e, in quanto tale, fortunata. Conobbi mio marito quando avevo 15 anni. Ero una di quelle ragazzine che non usciva mai da casa, se non con la mamma o con il papà, quindi non avevo mai avuto un fidanzato prima.
Fu tramite un amico di famiglia che conobbi questo ragazzo 6 anni più grande di me, che, all'epoca (pensate un po'!) voleva diventare prete. Ci innamorammo e quasi subito ci fidanzammo ufficialmente, in seguito ci sposammo. Io, che a stento uscivo da casa, mi ritrovai a dovermi trasferire a 700 km lontano dal luogo in cui ero cresciuta. Insomma, dovetti trasferirmi dal sud al nord, perché mio marito aveva trovato lavoro in una città settentrionale.
Desideravamo fin da subito un figlio, ma durante il primo anno di matrimonio non arrivò. A distanza di tredici mesi dal matrimonio, scoprii di essere incinta. Vissi una gravidanza fantastica, terminata però con un taglio cesareo, che dimenticai subito però, perché ero troppo felice di vedere mia figlia.
Dopo altri quindici mesi, ero nuovamente incinta di due gemelli e dopo dodici mesi dalla loro nascita, avevo ancora una volta in grembo la mia quarta bambina. Ovviamente ricevetti tante critiche, ma, credetemi, nessuna di queste mi ha mai particolarmente turbato. Critiche che diventarono ancora più pesanti, quando nove mesi fa scoprii di aspettare la mia quintogenita.
Spesso sento molte donne pronunciare la frase: "un figlio è un lusso". Per me no, un figlio è prima di tutto una benedizione, è gioia e vita, è il frutto di un amore.
E' anche vero che la società di oggi ci porta a pensare: "che futuro posso mai offrire ai miei figli?". Però io posso dirvi solo una cosa: a casa mia lavora solo mio marito e non è né un dirigente, né ha un posto statale. E' un normalissimo e semplicissimo operaio.
Io, quando posso, mi arrangio a fare qualche lavoro.
Ma ai miei figli non sono MAI e dico MAI mancati i beni di prima necessità. Grazie a Dio, hanno sempre mangiato, non hanno scarpe rotte, né vestiti strappati e per me questa è la cosa più importante.
Di certo non posso comprare loro il giochino di ultima generazione o il cellulare o il tablet. Forse non posso portarli a fare una vacanza chissà dove. Ma vi posso garantire che sono dei bambini felici, allegri e spensierati così come dovrebbe essere ogni bambino.
Tra due settimane dovrò affrontare il mio quarto parto cesareo per mettere al mondo la mia quintogenita figlia e sono contenta. Detto ciò, voglio salutare e ringraziare tutte le mamme della community di Nostrofiglio.
Grazie a tutte
di mamma Mariangela
(storia arrivata per email a redazione@nostrofiglio.it)
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Aggiornato il 23.04.2019